UN PONTE VERSO L’AFRICA
Una scuola in Etiopia. Grazie a Induno
Primo incontro sul progetto che vuole coinvolgere la Valceresio

Alberto Repossi insegna matematica e fisica all’Isis Valceresio di Bisuschio, ma i suoi interessi dilagano anche nell’ambito umanistico, tanto è vero che ama scrivere, organizza eventi legati alla riflessione e alla scrittura stessa e ora si fa anche promotore della costruzione di una scuola in Etiopia. Oggi, venerdì 8 ottobre, il primo incontro informativo sul progetto, che ha per titolo “Il giardino della sapienza”, si terrà, alle ore 21, nella sede dell’associazione Borgo Olonese di Induno, al numero 20 di via Re Magi.
A coronamento di tale iniziativa, per la quale sarà avviata durante la serata stessa una raccolta fondi (conto intestato all’associazione indunese IBAN IT45 V030 6909 6061 0000 0182 239), il docente di matematica sta scrivendo pure un libro, “L’abbraccio e l’inchino”, nel quale racconta il proprio viaggio in Etiopia e dipinge, attraverso le parole, «un fisico alle prese con un paese africano ad altissima entropia che può cambiarti la vita».
Dall’idea al progetto
Così, infatti, è accaduto a Repossi, che, dopo essere stato in Etiopia nel 2019 a seguito di un prete cattolico del luogo, don Kifle Alemayehu Woldemichael, ha deciso, una volta tornato in Italia, di reperire fondi per la costruzione di una scuola nella regione del Kaffa.
«Con don Kifle ho visitato moltissimi villaggi e ho potuto condividere lo stile di vita degli abitanti - racconta l’insegnante - può sembrare uno stereotipo, ma, nonostante l’estrema povertà di quella zona, è a dir poco dirompente la serenità che permea l’atmosfera dei luoghi che ho visitato. In particolare i bambini, che giocano nel fango, senza scarpe, con un pallone improvvisato fatto di stracci, ti colpiscono con i loro sorrisi disarmanti». Ed è proprio all’incontro con uno di questi bimbi, scalzo e malvestito, che Repossi deve la nascita del progetto della scuola.
«Questo bambino, mentre compravo delle pannocchie da una ragazzina lungo la strada - prosegue il docente - mi ha seguito fino alla jeep per chiedermi una penna biro. Non cibo, né soldi, ma una biro. Da questo episodio è sorto il mio desiderio di dare una risposta concreta alla sete di conoscenza che ho riscontrato in questi bimbi. Ho cominciato a pensare alla possibilità di costruire una scuola in Africa, solo per lo sguardo di quel bambino e di tutti quelli ai quali ho cominciato a distribuire centinaia di penne biro, ricevendo in cambio il dono più bello, il loro sorriso». Al di là della motivazione personale ed emotiva, la realizzazione di un’opera civile a elevato contenuto tecnologico, oltre che ecosostenibilie, potrebbe avere profonde e concrete ricadute economiche e sociali sul territorio africano.
La scuola verrà costruita a Dukra, un villaggio del Kaffa situato in posizione strategica per poter essere raggiunto anche dai bambini dei villaggi limitrofi. L’età degli alunni, sia femmine che maschi, sarebbe compresa tra i 6 e i 14 anni, per una suddivisione di classi tra la prima e l’ottava. Si è calcolato che gli iscritti potrebbero essere circa 360, suddivisi in 215 maschi e 145 femmine. Per iniziare sono necessarie solo due aule e un ufficio per gli insegnanti. Il costo preventivato è di circa 50mila euro e si conta di compiere l’opera in due o tre anni al massimo. Il tutto sotto l’occhio vigile di don Kifle.
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