L'INCHIESTA
Uva, riesumazione. Querela a sorella e Iene
Sì alla nuova autopsia. Videoaccuise: carabinieri e polizia denunciano. Il pm ricusa due periti, il giudice: avanti così
Sì alla riesumazione del cadavere e ad una nuova autopsia.
Sì a ulteriori accertamenti genetici sui calzoni. E sì a una ricerca, di nuovo genetica, che avrà lo scopo di confermare o smentire l’ipotesi di un metabolismo "rallentato".
L’ha deciso nel tardo pomeriggio di venerdì 28 ottobre il giudice Orazio Muscato, al termine di un’udienza sul caso Uva durata più di sei ore, nel corso della quale i superperiti del Tribunale hanno illustrato i motivi per cui una prima fase del loro lavoro, durata 75 giorni, non è stata sufficiente per stabilire le cause della morte del quarantatreenne Giuseppe Uva, deceduto nella Psichiatria dell'ospedale di Circolo il 14 giugno 2008, dopo una notte trascorsa nella caserma dei carabinieri e dopo essere stato sottoposto a un Tso.
Il giudice ha concesso quindi altri novanta giorni di tempo e nominerà il 7 novembre altri due periti, due genetisti, che dovranno occuparsi degli ulteriori accertamenti specialistici di cui si è detto. Intanto carabinieri e poliziotti in servizio quella notte, hanno deciso di querelare Lucia Uva, sorella di Giuseppe e la trasmissione televisiva Le Iene per diffamazione, dopo l'ennesima bordata mediatica di accuse tuttora non supportate da prove (le perizie serviranno proprio per accertare, semmai ve ne siano, eventuali nuovi elementi). Sul fronte dell'inchiesta, incece, il pm Agostino Abate ha chiesto la ricusazione di due dei superperiti che già compongono il collegio - uno è stato condannato in primo grado a tre anni per falso e truffa, proprio in relazione alla stesura di perizie, e l’altro ha lavorato in passato come consulente nel caso Aldrovandi per l’avvocato Fabio Anselmo, legale di Lucia Uva, sorella di Giuseppe - ma il giudice ha dichiarato la richiesta inammissibile.
Altro servizio sulla Prealpina in edicola sabato 29 ottobre.
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