LA BEFFA
La nuova ciclabile è lenta
Il progetto perde i fondi regionali. La Provincia rimedia tramite i ristorni dei frontalieri

Pista ciclabile, l’opera tracciata sulla carta diventerà cantiere entro la primavera. Ci siamo. Ma alle difficoltà progettuali, che hanno accompagnato negli ultimi anni l’iter, si è aggiunto in questi due mesi un intoppo finanziario da 400.000 euro.
In sostanza, sono venuti a mancare i fondi della Regione e la pista ciclabile dalle Grotte di Induno Olona a Ganna ha rischiato di restare al palo. La questione è stata affrontata prima di Natale. Affrontata e risolta: la Provincia di Varese, ente capofila del progetto, ha colmato il vuoto economico impegnando i ristorni dei frontalieri relativi all’anno 2015 e per una piccola parte (45.000 euro) le risorse arrivate da Roma col federalismo fiscale del 2019.
Certo, l’aver perso il “tesoretto” della Regione - concesso nell’ambito del bando sui percorsi cicloturistici in Lombardia, linea B1 - è stato un duro colpo. Ma che cosa è successo? Perché la Regione ha revocato un stanziamento, da 401.826 euro per la precisione, già concesso? Tempo scaduto.
L’opera doveva iniziare in questi ultimi mesi ma il via è slittato, seppure di poco, a causa «di un iter burocratico complesso, nel quale si sono concentrati pareri su pareri da parte di diversi enti» spiega Marco Magrini, consigliere provinciale con delega alla Viabilità e alle Ciclabili. «Non è colpa nostra se il procedimento con tutte le autorizzazioni è andato oltre i tempi previsti» aggiunge.
La Provincia, infatti, in estate aveva chiesto alla Regione una breve proroga per non perdere i finanziamenti. La risposta è stata picche: i due anni sono trascorsi, au revoir. Per la nuova pista ciclabile dalle Grotte a Ganna, primo di tre lotti di una rete che si collegherà poi da un lato con Induno (Valceresio) e dall’altro con Varese, sono stati necessari i pareri dei Comuni di Valganna e Induno Olona, della Comunità Montana del Piambello, del Parco del Campo dei Fiori e della stessa Regione.
Pareri che sono scaturiti da valutazioni tecniche, a volte affidate all’esterno, istruttorie e richieste di modifica al progetto. E in due anni era arduo raggiungere il traguardo. Basti pensare, tanto per fare un esempio minimalista, che si doveva anche tenere conto della salvaguardia delle migrazioni di rane e rospi. La notizia cattiva è che la Regione si defila, per questo nuovo tratto di ciclabile, quella buona è che la Provincia ha trovato un piano B attingendo appunto ai ristorni dei frontalieri. «Non possiamo non farla, è un’opera strategica» sottolinea Magrini. Approvato il progetto esecutivo, si apre ora la gara per l’affidamento dei lavori. «Nei primi mesi del nuovo anno si parte, in parallelo col cantiere della ciclabile a Besozzo».
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