CONTROLLI
Vanno a colloquio e portano hashish: fidanzate nei guai
Due ragazze scoperte nei penitenziari di Varese e Busto Arsizio

Non si va dai detenuti a mani vuote. Una camicia, un pacco di pasta, un giornale, qualcosa lo si porta sempre. La ragazza di un marocchino trasferito in via per Cassano da un altro istituto ha pensato di portargli l’hashish. Venti grammi divisi in tre ovuli nascosti nella vagina.
Non esattamente un bene di prima necessità ma certo una merce preziosa che può rendere parecchio: dietro le sbarre il costo degli stupefacenti triplica e non è difficile capire perché. Partendo dal presupposto che non dovrebbe circolare nessun tipo di sostanza, quella che c’è è ambitissima. C’erano le unità cinofile martedì all’ingresso della sala colloqui, ma non sono stati i cani arrivati dalla casa di reclusione di Bollate a fiutare lo stupefacente. La ragazza si è tradita da sola, alla vista dei pastori tedeschi si è agitata e la polizia penitenziaria ha subito disposto accertamenti. A quel punto ha ammesso e consegnato tutto. Non è da escludere che la giovane marocchina - denunciata per spaccio - fosse sotto osservazione: il fidanzato era stato spostato a Busto proprio perché qualcuno era solito a portargli sostanze illecite. La polpen, guidata dal comandante Rossella Panaro, da oltre un anno combatte il fenomeno dell’introduzione di droga dietro le sbarre. Settimana scorsa gli agenti hanno scoperto un permessante (che oltretutto lavorava in cioccolateria, quindi un super privilegiato) con quaranta ovuli di fumo ingeriti prima di fare rientro. «Il personale, nonostante la carenza di organico, sta ottenendo ottimi risultati. Sarebbe però necessario disporre di unità cinofile fisse. Il trend dello spaccio interno è preoccupante, quindi un’aliquota cinofila in pianta stabile è indispensabile in ogni istituto d’Italia», sottolinea il segretario regionale della Uilpa polpen Pierpaolo Giacovazzo.
È successo anche nel carcere dei Miogni di Varese: nonostante fosse festa, la casa circondariale era comunque aperta per i colloqui familiari. E così il giorno dedicato al riposo dei lavoratori per gli agenti è stato un giorno di lavoro extra. Anche in questo caso è stata la fidanzata di un detenuto a farsi beccare con l’hashish. Nella tasca del giubbotto che indossava aveva oltre cinque grammi ma non è andata lontano. La varesina è stata denunciata all’autorità giudiziaria, non sono da escludere provvedimenti a carico del compagno anche se lei si è accollata tutta la responsabilità dell’episodio.
«C’è una concezione essenzialmente carcerocentrica nel nostro sistema penale, fondato su un codice che reca la firma di Mussolini e del Re. I rimedi sono conseguenti e su tutti stiamo lavorando», ha dichiarato il ministro Carlo Nordio nei giorni scorsi all’Avvenire. Non resta che attendere le soluzioni.
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