FALDA INQUINATA
Acqua, corsa contro il tempo
Reti invertite, scavi e carboni attivi anti idrocarburi. Oggi analisi, in serata si spera di poter dare il “via libera” a settemila persone dopo quattro giorni di emergenza
Una corsa contro il tempo per risolvere il problema e “riaprire” i rubinetti a settemila persone rimaste senz’acqua potabile da venerdì scorso: si è concluso il weekend d’emergenza dopo lo sversamento di idrocarburi che ha raggiunto le falde del Campo dei Fiori facendo scattare il divieto totale di utilizzo a Comerio, Barasso e nelle frazioni varesine di Sant’Ambrogio-Fogliaro e Bregazzana.
Ieri è stata una domenica difficile, che ha visto ancora in tutte le zone coinvolte la distribuzione di acqua, tramite postazioni curate da Protezione civile e vigili del fuoco con le cisterne.
La società Lereti del gruppo Acsm Agam, che ha in capo la gestione della rete idrica della zona, ha rifornito ancora la Prociv di materiali per le famiglie e intanto sta affrontando i lavori tecnici. È stato attivato il collegamento Barasso-Luvinate ma in senso contrario e viene quindi già servita la rete attaccata al serbatoio Cassini e Cassini Alto, con la prospettiva di allargare la copertura. Se dopo questa manovra arrivasse l’ok delle analisi, già oggi la situazione potrebbe essere risolta a Barasso.
A Comerio si sta realizzando un collegamento tramite reti e scavi e la speranza è di andare verso la soluzione sempre oggi, in linea anche con le previsioni del sindaco di Varese di un blocco ipotizzato fino a questa sera. Proprio nel capoluogo c’è l’altro fronte: nei due rioni colpiti saranno compiuti oggi dei prelievi con risultati attesi a breve.
L’inizio della settimana potrebbe essere dunque risolutivo. Intanto i tecnici stanno intervenendo anche sull’impianto di Fontana calda che serve Bregazzana e Sant’Ambrogio per installare i carboni attivi, quelli che assorbono gli idrocarburi e impediscono il ritorno a cascata nelle tubature. L’acqua di Luvinate che va anche a Barasso e Comerio passa proprio in uno di questi filtri: Luvinate infatti da anni ha adottato i carboni attivi con un grande investimento per mettere in sicurezza la catena dopo fenomeni molto simili avvenuti in passato. L’obiettivo dunque è dotare anche Varese di questa soluzione, sia per intervenire in questo caso d’urgenza, sia per il futuro.
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