LA RIVOLUZIONE
Addio Rsi: «Usate Internet»
Il direttore Canetta: «Fine del digitale da oggi, per gli italiani programmi solo in Rete»

Oggi, 3 giugno, verranno spente le frequenze del digitale terrestre che permettono a molti spettatori del Varesotto, Comasco, Alto Verbano e del Milanese di vedere i programmi della RSI. C’è qualche alternativa? Ce ne parla il direttore della RSI Maurizio Canetta.
«Noi il 3 giugno spegniamo il digitale terrestre per una decisione del Governo svizzero che ci impone di cessare questa tecnologia di distribuzione di cui si avvale solo l’1,4% della popolazione svizzera e che ha un costo di distribuzione di circa 10 milioni di franchi. Ciò ha conseguenze che ci dispiacciono come la sparizione del segnale nel Nord Italia, l’overspill naturale che va oltre la frontiera e per cui ricevevamo apprezzamento e che riduce il nostro bacino di utenza. Dal 3 giugno saremo presenti solo sul cavo e sul satellite in Svizzera, in Italia non sarà più possibile vederci come televisione. Solo i cittadini svizzeri potranno acquistare una carta d’accesso al satellite che costa 60 franchi e pagare un canone ridotto di 120 franchi annui più IVA del paese di residenza».
Quindi gli italiani dovranno rinunciare a vedere la RSI?
«No, bisognerà ricorrere a Internet, dove diffonderemo in play solo i programmi di cui abbiamo i diritti, quindi non lo sport, i film e i telefilm. Il sito tvsvizzera.it diffonde in differita il quotidiano, falò e i programmi di informazione. Per non rinunciare al grande schermo bisogna collegare il computer o il tablet alla tv, i figli o un nipote tecnologico saranno sicuramente in grado di farlo. L’ideale sarebbe che un distributore del digitale terrestre si installasse in Svizzera trasmettendo con un overspill sull’Italia ma è un costo che nessuno finora ha deciso di assumere. Lo stesso problema si presenta nei territori confinanti di Germania e Francia. Abbiamo venduto alcuni programmi di quiz, documentari, cucina e sitcom a Publirose, sono visibili sul canale 75 del digitale terrestre tramite Telecampione».
La riduzione dell’utenza avrà ripercussione sulla pubblicità?
«È possibile, forse per chi ha come target i frontalieri che fanno acquisti in Svizzera. Non abbiamo ancora le stime della nostra agenzia pubblicitaria».
Quanti sono gli spettatori italiani?
«Non abbiamo un dato preciso, di sicuro i frontalieri che vivono la realtà professionale in Svizzera e hanno particolare attenzione per ciò che avviene nel paese».
Da quest’anno con la riduzione del canone televisivo ci sono meno soldi per la programmazione?
«Sì, dobbiamo tagliare una decina di milioni come RSI, siamo intervenuti tagliando sulla struttura e non sull’offerta, nel modo di fare i programmi ma non sui programmi. Abbiamo anche ridotto il budget comperando meno film e fiction mentre partecipiamo a un piano nazionale per continuare a produrre le fiction per il web che sono dirette a un pubblico giovane e molto seguite, “Arthur” ha vinto la Web Series World Cup nel 2016. Ogni settimana abbiamo una fiction svizzera in prima serata, stiamo costruendo una tradizione di fiction seriali».
Si potrà ancora ascoltare la radio?
«Sì, e al momento non abbiamo previsto cambiamenti nei programmi. Sappiamo che in molti ci ascoltano attraverso Internet dal Nord Italia».
Com’è il pubblico della RSI?
«Come per tutte le televisioni c’è un’erosione generale a favore di altre fruizioni con un aumento dell’età media che si attesta intorno ai sessant’anni. Alcune trasmissioni hanno però un pubblico giovane, “Patti Chiari”, ad esempio».
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