PERICOLO
Alla fermata del bus. Col brivido
Molti punti di attesa a ridosso delle strade: «Noi anziani a rischio». Ma anche gli studenti non se la passano meglio

Una signora di 80 anni porta faticosamente due borse della spesa in mano e si dirige a piedi verso la fermata del bus in via Dalmazia, la discesa che da Biumo Inferiore porta a Valle Olona. Anche se il cartello giallo della linea H non si vede, sommerso com’è dalla fitta vegetazione e dalla sporcizia della scarpata.
Ma lei è abituata al percorso e ogni giorno affronta il rischio: le auto sfrecciano a pochi centimetri dalle gambe e la speranza è che il pullman arrivi presto. Anche oggi è andata bene. Scene di vita quotidiana di chi utilizza i mezzi pubblici in zone periferiche dove le fermate mettono i brividi.
«Non posso dare la colpa a nessuno, anzi gli autisti sono gentilissimi, del resto che cosa ci possono fare? - racconta -, ma credo che si potrebbe allestire una piazzola più ampia che permetta di ripararsi, anche qualche metro più in alto, dove c’è la curva con uno spiazzo sterrato. Noi anziani siamo in difficoltà, io vivo in centro e non guido, sono costretta a usare i mezzi pubblici, ma non siamo certo facilitati. È una fatica».
Quando poi il calendario segna il 6 agosto, tutto è più complicato: per il caldo, per l’orario estivo e le corse ridotte, magari per le poche presenze rassicuranti accanto. Accade in diversi punti della città: mentre nella maggioranza dei casi gli stalli gialli sono sicuri, dotati spesso di pensilina e di marciapiedi, in altre zone già più difficili per la viabilità non si sta altrettanto tranquilli.
Poco più in là, per esempio, in via René Vanetti, sempre sulla discesa fra la città e Induno Olona, accanto alla rotonda lungo la tangenziale, c’è un’area protetta da un piccolo marciapiede rialzato e da una rientranza nel guardrail, sì, ma comunque insidiosa. Il primo pensiero, infatti, è «ma come è mai possibile raggiungere a piedi quella fermata? Ogni giorno ci passo in auto e me lo domando». Parole di due negozianti nella parte più alta del quartiere che parlano spesso con le persone del posto.
«Tutti si lamentano della pericolosità della via e della difficoltà a raggiungere la fermata. Si rischia di essere investiti perché i mezzi in discesa, in curva, diretti verso la rotonda per San Fermo e Induno, non rallentano di certo. Per questo forse non si vede mai nessuno».
Comune e Autolinee Varesine, la società che ha in capo la gestione del trasporto pubblico locale, sono a conoscenza del problema ma molte situazioni sono annose e derivano da scelte fatte in un passato ormai remoto, quando le strade e anche l’urbanizzazione attorno erano diverse.
Sulla rete urbana, sono in posizione infelice anche le due fermate di Calcinate del Pesce della linea N sulla Sp1, anche perché gli attraversamenti pedonali verso il rione sono praticamente inesistenti. Da tempo i residenti si lamentano per la difficoltà a utilizzare i bus nel periodo scolastico, visto che è necessario attraversare a piedi la Provinciale del lago, una delle più trafficate in assoluto.
Perché questa è l’altra categoria che non può fare a meno dei mezzi pubblici, gli studenti, che guardano al prossimo anno destinato ad avere i soliti disagi. I problemi sono tanti: passando da Calcinate a Bobbiate, la sicurezza riguarda la strada. In via Dezza i marciapiedi ci sono, ma la controcurva del tratto verso il lago porta ad “allargare”, mettendo a rischio chi passa o chi aspetta la corsa. Una cosa è certa: chi si sposta a piedi è sempre l’anello debole, costretto a difendersi.
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