L’ORDINANZA
Varese, indagine all’Anaconda: «Li hanno umiliati»
Il giudice sui maltrattamenti ai disabili

«A fronte delle immagini non c’è molto altro da aggiungere». Immagini che mostrano «condotte verbalmente e fisicamente violente» degli indagati, «spesso insofferenti anche per la sola circostanza che i minori volessero muoversi liberamente all’interno della stanza». Insomma, da due mesi di intercettazioni ambientali è «emersa la totale assenza di rispetto per la persona nell’integrità psicofisica della stessa, essendo i minori costretti a continue vessazioni verbali, spesso gratuite e non giustificate da alcuna finalità educativa e/o correttiva».
Lo scrive il gip Anna Giorgetti nell’ordinanza con cui ha imposto a sette educatori della cooperativa L’Anaconda il divieto di avvicinamento alle persone offese, una decina di bambini vittime dei presunti maltrattamenti all’interno del centro diurno di via Rainoldi. Ragazzi che, secondo la ricostruzione dell’accusa, erano bersaglio non solo di schiaffi, strattonamenti, minacce, pizzicotti, ma anche di frasi umilianti come «Ti sparerei», «Ti prenderei a sassate, con la fionda, negli occhi e nei denti».
Episodi che gli indagati ripetevano «quotidianamente», «tradendo in maniera plateale - afferma il giudice - la propria asserita missione di educatori dedicati a soggetti disabili». Indagati che, sottolinea ancora il magistrato, avevano un «generale atteggiamento di insofferenza e noncuranza dei bisogni dei minori» e che dimostravano di avere «coscienza e volontà di sottoporre» i bambini e i ragazzi loro affidati «a un’abituale condizione di soggezione e sofferenza psicologica oltre che, talora, di patimento fisico». Come quando - stando all’accusa - venivano trascinati sul pavimento, spinti, immobilizzati oppure presi per le braccia torcendogli i polsi. Un quadro da cui emerge che «quello del maltrattamento e dell’abbandono del minore e dell’incapace è “lo stile” di esercizio della professione all’interno del Cento diurno».
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