GARIBALDI
Archeologi nell’ex caserma
Verifiche della Soprintendenza nel corso dei lavori: «Non si possono escludere tracce rinascimentali in ambito urbano»

Area dell’ex caserma Garibaldi “a rischio” di rinvenimenti archeologici. Un sopralluogo è stato compiuto nei giorni scorsi con questo scopo da parte della Soprintendenza archeologica della Lombardia, mentre sono in corso i lavori di abbattimento all’interno del sito.
«È una prassi usuale, che i lavori di un cantiere come questo vadano di pari passo con i monitoraggi in ambito urbano - spiega Daniela Locatelli, funzionaria della Soprintendenza responsabile di zona per la tutela archeologica - E anche in questo caso in cui si sta procedendo con i lavori, i controlli non possono mancare».
E continueranno, anzi, via via che procederanno le opere di demolizione. Si stanno portando avanti dagli ultimi giorni di novembre per fare posto alla riqualificazione della struttura che ospiterà il futuro polo culturale cittadino, con la biblioteca civica, quella dei ragazzi, l’archivio del Moderno dell’accademia di architettura di Mendrisio, oltre a sale con molteplici destinazioni.
L’archeologa ricorda ritrovamenti avvenuti proprio in questa zona della città. «Era il 2013. A pochi metri, in via Medaglie d’Oro al civico 14, dove aveva sede la villa di Vincenzo Dandolo, sono stati fatti degli scavi in ambito urbano in vista di un parcheggio interrato - dice l’archeologa - E lì si trovarono le fondazioni dei muri oltre a quattro tombe, che attestavano quattro diverse fasi di di ricostruzione in un certo arco di tempo. Due delle tombe erano più antiche e risalivano alla prima metà del 1600, rispetto alle altre, più recenti».
Furono trovati anche materiali vari e alcune delle tombe, grazie all’analisi stratigrafica in scavo, si sono appunto potute datare come più antiche, rispetto a quelle più in alto e quindi più recenti. Tutte le fasi sottostanti rinvenute erano precedenti alla prima metà del Seicento: dalle fonti storiche si sa che era collocato in quella posizione il Convento dell’Annunciata, esistente dalla fine del 1400 e sino all’inizio dell’Ottocento. «Fu soppresso da Napoleone e l’area acquistata dal conte Dandolo», ricorda Locatelli. Tornando quindi alla caserma, essendo queste strutture state rinvenute in un’area così vicina agli attuali lavori, è plausibile che il convento avesse nelle immediate adiacenze altri edifici: è qui che entra in gioco il sito in cui sono in fase di abbattimento gli interni. «Potrebbe trattarsi di quella stessa struttura o di strutture annesse o anche di altro periodo - riprende la funzionaria della Soprintendenza - Certo è che la vigilanza, proprio per questo, sarà alta in ogni fase degli abbattimenti attuali».
Perché qualcosa si può sempre trovare, è l’auspicio: nei centri urbani si parla soprattutto di resti di fasi rinascimentali e cinquecentesche. Un lavoro che potrebbe dare risultati sorprendenti.
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