LA CONDANNA
Otto anni all’assicuratrice delle truffe
Reati quasi in prescrizione ma dovrà risarcire fino a 650 mila euro

La condanna è arrivata nel primo pomeriggio di ieri, lunedì 18 marzo, ed è pesantissima: otto anni e otto mesi di reclusione, con una multa pari a 2.700 euro.
Ma l’ex assicuratrice varesina Giusy Torregrossa, 49 anni, accusata di aver truffato le società per cui lavorava e una trentina di clienti che la ritenevano in molti casi un’amica, in carcere non passerà nemmeno un giorno. Già ieri il giudice monocratico Cristina Marzagalli ha dichiarato prescritti i reati contestati in tre capi d’imputazione relativi ai fatti più antichi (la serie di truffe sarebbe andata in scena tra il 2009 e il 2011).
Ma tra un paio di mesi, più o meno a maggio, dalla commissione di tutti i reati contestati alla donna, calcolando anche varie interruzioni della prescrizione, saranno passati sette anni e mezzo, e quindi il futuro processo d’appello servirà solo a chiudere dal punto di vista penale la vicenda senza alcuna conseguenza per l’imputata, che è difesa dall’avvocato Riccardo Piga.
Diverso il discorso per quanto riguarda invece i risarcimenti, dato che queste “statuizioni” di natura civilistica sono “impermeabili” alla prescrizione.
Ieri il giudice Marzagalli ha disposto che alle società UnipolSai e Finitalia, vittime anch’esse dell’assicuratrice, vadano risarcimenti pari rispettivamente a 438.000 e 115.200 euro, per quanto riguarda il danno patrimoniale, e pari a 43.800 e 11.520 euro per quanto riguarda il danno morale. Mentre le altre parti civili, soggetti che a Torregrossa diedero soldi per la stipula di polizze rimaste “fantasma” o si trovarono a dover rimborsare finanziamenti mai richiesti o, ancora, videro sparire polizze vita riscattate dalla donna a loro insaputa, il giudice ha stabilito una ventina di risarcimenti pari a 3.000 euro solo per danno morale.
Cosa che ha lasciato perplessi molti avvocati, se non tutti, impegnati da anni nel processo: «Parlerei di soddisfazione a metà - commenta uno dei legali di parte civile, l’avvocato Vera Dall’Osto -: la condanna c’è stata, anche se la prescrizione è vicina, ma per i miei clienti non c’è alcun risarcimento patrimoniale, anche se hanno perso, grazie all’imputata, più di 10.000 euro. Tra 75 giorni leggeremo le motivazioni e decideremo come procedere».
Il pm Lucilla Gagliardi aveva chiesto una condanna a otto anni e quattro mesi, senza concessione delle attenuanti generiche, che in effetti il giudice non ha concesso.
L’avvocato Piga nella sua arringa ha chiesto l’estinzione per prescrizione di tutti i reati e l’assoluzione per quanto riguarda l’utilizzo indebito di carte di credito perché si sarebbe trattato di carte virtuali e non fisiche. Un illecito punito più severamente della truffa: in caso di successo la pena sarebbe stata molto più bassa.
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