RECUPERO
Belforte: piano “segreto” per il castello
Riunione a porte chiuse indetta dal sindaco con professionisti e associazioni

Restituire il castello di Belforte alla sua propria dignità storica e ai cittadini. Di questo l’amministrazione comunale non s’è mai dimenticata. Ed è anche la speranza in cui tutte le persone che amano l’emblema belfortese e ciò che esso rappresenta per la città - storici, studiosi, appassionati d’arte ed esponenti delle varie associazioni culturali attive sul territorio - non hanno mai finito di credere.
Dopo la delusione per la partecipazione a un bando della Fondazione Cariplo, che nel 2018 aveva superato la prima fase del percorso ma poi non aveva conseguito l’esito finale dei finanziamenti, adesso il Comune ci riprova.
Ha così posto le fondamenta per la creazione di un tavolo di coordinamento permanente formato da tutti gli enti, le associazioni e i singoli studiosi o ricercatori che, nel corso del tempo, hanno dimostrato conoscenze approfondite sull’architettura e la storia dell’antico maniero, ma anche la determinazione a farlo risorgere dalle sue stesse ceneri, visto lo stato di abbandono e degrado in cui versa.
Una possibile pianificazione di recupero è stata identificata durante una riunione a porte chiuse indetta dal sindaco Davide Galimberti, che ha invitato una buona parte di coloro che potevano rappresentare possibili partner. Lo scopo di questa rete è, fondamentalmente, la partecipazione a bandi di finanziamento esterno, prima a un bando dell’Unione europea, di recente pubblicazione, poi, nel 2020, ancora a un bando Cariplo. A far parte della rete pro castello di Belforte sono state chiamate le associazioni Italia nostra, Amici della terra, Istituto italiano dei castelli, Società storica varesina, Istituto per la storia del Risorgimento, Associazione mazziniana italiana, Associazione Varese per l’Italia 26 maggio 1859, Centro internazionale di ricerca storie locali dell’Università dell’Insubria, Fai delegazione di Varese, Verdi ambiente e società, Prospettive culturali per Varese, Ordine degli architetti, Fondazione comunitaria del Varesotto, Comunità pastorale Don Gnocchi - Parrocchia del Lazzaretto e Circolo di Belforte.
Nell’elenco delle personalità alle quali è stata chiesta la disponibilità figurano Ovidio Cazzola, Enzo Laforgia, Silvano Colombo, Renzo Talamona, Franco Prevosti, Laura Pantaleo Lucchetti e don Marco Casale. Nei prossimi mesi il tavolo di coordinamento si allargherà, sul fronte socioculturale, ad altri soggetti attivi nel quartiere, ad esempio alle scuole.
«L’intenzione è quella di far sì che il castello di Belforte possa diventare, una volta recuperato, un polo socioculturale - sottolinea il presidente della Commissione cultura Francesco Spatola -, significativo per il quartiere e la città. Il motto dell’impresa potrebbe essere: risorge il castello, risorge Belforte».
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