IL CASO
Bella Napoli, concordato e sfratto: tutto da decidere
Il destino della storica pizzeria di Varese resta appeso a un filo

Il destino della Bella Napoli resta appeso ad un filo. I giudici del tribunale di Varese ieri, martedì 18 ottobre, non hanno sciolto la riserva sulla richiesta di accoglimento di concordato preventivo presentata dalla titolare dell’attività, Tiziana Casmirri, che era attesa per lunedì. La pizzeria di piazza Giovine Italia resta quindi chiusa e non è nemmeno dato sapere quando si avranno risposte sulla sua possibile riapertura.
LENTA AGONIA
Il Tribunale si è riservato di comunicare la sua decisione in seguito: non esiste un termine per lo scioglimento della riserva, potrebbe essere domani come tra una settimana o più avanti. Ma, come crede l’avvocato della signora Casmirri, «potrebbe aspettare l’esito del reclamo che abbiamo presentato sullo sfratto» e quindi il 25 ottobre. Una lenta agonia insomma e anche di difficile comprensione, perché legata a due vicende che seppur corrono su binari separati possono l’una condizionare l’altra. Da una parte c’è la proposta di concordato preventivo che si poggia sostanzialmente sulla continuità dell’attività per risanare la salute aziendale ed evitare il fallimento. Condizione che però è venuta meno con l’esecuzione dello sfratto: senza il locale di piazza Giovine Italia la pizzeria non può continuare a lavorare. Stando così la situazione, pare evidente che il Tribunale non possa che propendere per il fallimento. Ma c’è un ma. Se infatti venisse accolto il reclamo di Tiziana Casmirri contro lo sfratto, o meglio, contro il provvedimento che non inseriva l’immobile di piazza Giovine Italia tra i beni da tutelare, la Bella Napoli potrebbe riaprire e fornire quelle garanzie che solo la continuità dell’attività può dare.
LA POSSIBILITA’ ESCLUSA
È esclusa invece la possibilità che il concordato possa essere concesso a prescindere dallo sfratto, «perché è impensabile riavviare l’attività altrove - aveva già preannunciato l’avvocato Vincenzo Toscano -. Significherebbe affrontare dei costi che al momento sono insostenibili».
IL TERMINE ULTIMO
Salvo ulteriori colpi di scena il termine ultimo in cui fissare il destino dello storico ristorante, e dei suoi dieci dipendenti, è quello della fine del mese di ottobre. Di sicuro si sa che le porte del locale riapriranno per accogliere i varesini, anche se sotto un’altra insegna. Potrebbe essere lo stesso Amedeo Imperato, figlio dei fondatori della Bella Napoli, a riaccendere il forno a legna. Oppure un altro imprenditore: le offerte non mancano per l’immobile che si trova al centro del food discrict varesino, la zona pedonale che accoglie il maggior numero di locali e ristoranti del centro città.
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