LA CRISI
Benzinai esasperati: «Lavoro impossibile»
Due giorni di sciopero contro le compagnie. Bonifacio: «Aumenta il prezzo al litro ma per i gestori i margini sono ridicoli». La concorrenza della grande distribuzione

Un lavoro diventato impossibile: grido d’allarme dei benzinai varesini, alle prese con gli effetti ancora pesanti di una crisi iniziata ormai dieci anni fa.
Le tre associazioni, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio proclamano due giorni di sciopero, il 26 e 27 giugno, per i distributori legati al gruppo Api/Ip e Total-Erg (acquisita di recente), 5.500 in Italia e una decina in provincia di Varese.
Si potranno trovare le pompe chiuse negli impianti di quel marchio, il 25% circa delle 40 strutture totali. Alla base il mancato rinnovo dei contratti commerciali e la frammentazione della rete nel passaggio delle diverse “casacche” dal 2014: ma quest’ultima agitazione è l’occasione per tornare ad accendere i riflettori su una professione difficilissima.
Lo spiega il presidente provinciale di Faib Luigi Bonifacio: «Molti sono stati costretti a chiudere e altri rischiano il fallimento anche qui - affonda con amarezza -. Dall’esterno forse non si coglie questo aspetto perché il prezzo al litro continua a salire ed è vero: eppure i margini per i gestori sono ridicoli. Se c’è qualcuno che si arricchisce, sono le grandi compagnie petrolifere, noi siamo al limite della sopravvivenza. Abbiamo calcolato che un impianto aperto per dieci ore al giorno genera un guadagno netto di 2,50 euro orari all’imprenditore. A queste condizioni diventa impossibile lavorare, considerando che i costi di gestione sono invece lievitati».
Nel Varesotto il problema non è tanto la concorrenza della Svizzera, molto più forte in passato ma ora mitigata con efficacia dalla Carta sconto benzina che scoraggia i frontalieri del pieno da tempo: «A patto, ovviamente, che questa agevolazione venga mantenuta e che di tanto in tanto venga adeguato lo sconto dalla Regione Lombardia», precisa il rappresentante della categoria.
A livello locale, intanto, genera preoccupazione la concorrenza della grande distribuzione: «La prossima apertura dell’impianto al centro commerciale di Gavirate creerà altri problemi, nei dintorni diversi colleghi rischiano la chiusura. Dal 2008 in poi riceviamo dei colpi pesanti che diventano mortali: lo Stato non aiuta, i costi sono altissimi,i guadagni pari a zero, senza contare i rischi di salute e sicurezza per chi lavora sui piazzali respirando benzene e diventando facile vittima dei ladri. E pensare che il benzinaio non è considerato lavoro usurante».
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