LA STORIA
Bijoy, prigioniero delle norme
Appena adottato, dall’India alla quarantena: «Aiutateci»

Parlano con il linguaggio dell’amore. E asciugano le lacrime di un bimbo che ha appena conosciuto la sua mamma e il suo papà e ha viaggiato attraverso i continenti, non per arrivare nella sua nuova casa e nella sua cameretta viste in foto, ma in un appartamentino spoglio dove è costretto a trascorrere la quarantena.
Ha 4 anni e mezzo Bijoy, ha lasciato la struttura che lo ha ospitato a Calcutta insieme a mamma e papà, incontrati per la prima volta pochi giorni prima del volo per l’Italia, sognando la sua nuova casa con giardino e in mezzo al verde di Bregazzana.
Dell’Italia, però, ha conosciuto l’aeroporto di Malpensa, un furgoncino e un paio di locali dai quali non può evadere nemmeno per fare due passi in corridoio.
Quarantena per il Covid, nonostante abbia fatto tre tamponi in pochi giorni. Naturalmente negativi, come per i genitori, almeno 6 a testa, hanno quasi perso il conto perché hanno un problema più grande da affrontare. «Noi capiamo tutto. Capiamo che c’è una normativa da rispettare, che dobbiamo stare lontano da tutto e tutti, ma abbiamo un bimbo appena adottato che non comprende che cosa gli stia accadendo, nonostante abbiamo tentato di farlo parlare con l’interprete che avevamo in India, ma è piccolo...», racconta mamma Francesca Motta, che dopo un lungo percorso di 6 anni ha coronato il sogno suo e del marito, Cosimo Ciurlo, di diventare genitori.
«Chiediamo, semplicemente comprensione e aiuto, perché la quarantena è ancora lunga, almeno fino al 12 siamo qui».
La struttura, l’hotel Covid è in realtà una rsa a Sesto San Giovanni, nuova di zecca, mai utilizzata, «ma non ci sono nemmeno le pentole e per Bijoy potrei cucinare qualcosa... ci portano colazione pranzo e cena, spendiamo parecchio per l’asporto soprattutto per nostro figlio che cerca sempre riso e pollo e vanno ordinati nei ristornati indiani... così come per pulire qui, dopo varie richieste e poca dotazione, ho fatto una ordinazione online in un supermercato - continua mamma Francesca -. Ora, questi aspetti fanno parte della vita e davvero non vogliamo lamentarci, ma non siamo andati in vacanza in una terra messa in ginocchio dal Covid, o tornavamo adesso con il nostro piccolo o chissà, e ci siamo trovati nel bel mezzo di una situazione terribile».
Contatti con l’Ats Insubria, con quella di Milano cui fa capo la struttura Covid, telefonate con i vertici di Palazzo Estense, ma le regole sembrano insormontabili.
Il piccolo Bijoy cerca di capire, con quei suoi grandi occhioni scuri che hanno fame di conoscere il mondo e la sua nuova vita. Ma quando è scorato, si getta sul letto. E piange.
© Riproduzione Riservata