IL FOCUS
Biumo: residenti divisi
L’analisi del quartiere secondo i cittadini separati tra soddisfazione e insicurezza

Biumo non è il Bronx. E basta col dire che la storica castellanza è degradata. Ne è convinta Dolly Brenna, titolare dell’altrettanto storica pasticceria, attiva da più di mezzo secolo nel cuore del quartiere.
«Dobbiamo smettere di buttare fango a tutti i costi su questa zona - dice -, perché il mondo sta cambiando e non si può avere tutto e subito. Il degrado c’è qui come in altre zone della città, ed è un fatto di inciviltà. Quindi l’accanimento non serve, piuttosto sarebbe opportuno imparare a convivere con altre realtà, animati da tolleranza e buon senso».
Insomma, secondo la signora bisognerebbe cominciare a guardare il bicchiere mezzo pieno.
Perché, prosegue, «l’amministrazione ha attrezzato il parco con giochi nuovi e sistemato l’illuminazione e, se è vero che molti negozi hanno chiuso, tanti altri hanno aperto. Forse il problema vero è che non eravamo preparati al cambiamento repentino della società, ma se la città cambia volto siamo noi i primi a doverne prendere atto e a doverci impegnare per migliorarla».
A Biumo inferiore si vive bene anche secondo la ventiseienne Laura Argese, che fino a qualche mese fa risiedeva nella castellanza superiore, ma ha scelto di traslocare per la maggiore comodità, vicino al centro e alle stazioni.
«Di giorno è un quartiere tranquillo - commenta -, solo se ci cammini da sola alla sera non ti senti sicura. I cumuli di spazzatura sovente si vedono, ma sono espressione di inciviltà da parte di tutti, il problema vero è la percezione di insicurezza nelle ore notturne, a prescindere dalle etnie che si incontrano».
Certo è che «se prima lasciavamo la porta di casa aperta- commenta Francesco Delia, che da cinquant’anni risiede nel quartiere- adesso non è più possibile. Dalle finestre di casa mia vedo frequenti scene di spaccio, passaggi di ubriachi, liti, abbandono di rifiuti, dovuti in parte alla maleducazione, in parte alla conformazione del quartiere che, con le sue viuzze e angoli bui, si presta alla frequentazione di persone moleste».
In tal senso qualche passaggio in più di forze dell’ordine e agenti di Polizia locale sarebbe gradito secondo il giovane Matteo Mazzoleni, mentre Giulio Galli punta il dito sulla mancanza di un progetto di riqualificazione ampio e generalizzato.
«Sicuramente questa amministrazione ha dimostrato un po’ più di attenzione al quartiere- commenta- ma non si può pensare di farlo rivivere solo con qualche bancarella. Piuttosto pensiamo alla galleria del Palazzo del Sole che, lungi dall’essere valorizzata, peggiora di giorno in giorno».
Il quartiere sta cambiando in peggio anche secondo Giuliano Mauroni, che ne rintraccia le cause nel «decadimento qualitativo delle attività commerciali e mancanza di una politica ambientale e urbanistica a loro sostegno».
A suo dire la riqualificazione dovrebbe passare da «una pedonalizzazione, almeno in via sperimentale, per disincentivare la sosta selvaggia e l’acquisto “mordi e fuggi” e la valorizzazione dell’esistente, a cominciare dalla quattrocentesca Casa Frasconi, che versa in stato di totale abbandono».
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