INSUBRIA
Varese: campus pieno, affitti cari

Varese è una città a misura di studente? Sicuramente l’Università dell’Insubria sta crescendo: si è piazzata 82esima nella classifica The Young University Ranking 2022, che ha preso in esame 790 atenei fondati da meno di cinquant’anni, ed è sesta tra le italiane.
Parallelamente, la città – grazie agli investimenti del Comune, della Regione e ai finanziamenti pubblici - sta lavorando per ampliare l’offerta di servizi di mobilità e culturali. Pensiamo alle bici e ai monopattini in sharing. Ai nuovi spazi a misura di studente, come lo studentato di Biumo attualmente in fase di progettazione. Agli investimenti negli spazi per la cultura, ad esempio nella ex caserma Garibaldi che diventerà il secondo polo culturale della Lombardia.
Ma Varese deve competere con atenei dalla tradizione importante e con città che offrono una qualità della vita a misura di studente. Varese – a differenza di Padova, Pisa e Palermo, le migliori città universitarie secondo una recente indagine di Enjoytravel - non sembra essere molto friendly con i giovani. Ad esempio nella Città Giardino non è facile trovare un appartamento da affittare in condivisione con i compagni di corso.
Il Collegio universitario Cattaneo di via Dunant dispone di 96 camere singole, di cui attualmente 94 occupate sulla base di una graduatoria in cui contano reddito e merito degli studenti. Probabilmente già da gennaio, nel City Hotel di via Medaglie d’Oro acquistato dall’università, saranno disponibili 65 camere doppie che dovrebbero soddisfare le 60 richieste in lista d’attesa e intercettare la domanda di studenti residenti in provincia o nelle immediate vicinanze. Nei prossimi anni, poi, sono previsti ulteriori 70 posti nel nuovo studentato di Biumo: 45 nell’area Cagna e 20-25 nella casa Frasconi (la progettazione dello studentato si concluderà nei primi mesi del 2023 e poi, dopo la gara, potranno partire i lavori).
Ma oggi i costi degli affitti sono proibitivi. Se nel collegio Cattaneo la retta piena ammonta a 310 euro al mese, nei dintorni di Bizzozero e San Carlo, in assenza di convenzioni con l’università, è difficile trovare appartamenti in affitto a meno di 500-600 euro al mese. Quelli sul libero mercato sono pochi e ancora meno quelli che possono andare bene per gli studenti. Non ultimo, il costo mensile di un monolocale arredato in affitto può arrivare anche a 800 euro al mese.
Nel 2018, per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di alloggi per gli studenti universitari, era stato promosso congiuntamente da università, Circolobizzozero e Comune, il “Campus diffuso di Bizzozero”. Una proposta che non è decollata per la scarsa disponibilità da parte dei proprietari immobiliari e, si mormora, per le condizioni richieste da parte degli enti coinvolti.
Bizzozero non sembrerebbe, inoltre, avere le caratteristiche per diventare un quartiere universitario: al di fuori del campus di via Monte Generoso, che è dotato di un centro sportivo, di sale studio e di un parco, sono scarsi i servizi più richiesti dagli studenti, come bar, tavole calde, palestre, teatri, cinema, centri aggregativi e negozi. Se ci sono, non sono facilmente raggiungibili a piedi, tanto è vero che la maggior parte degli studenti che alloggia nel campus è munito di auto e si sposta con quella. E la necessità di spostarsi in auto non depone a favore della vocazione universitaria di una città.
Se davvero Varese ambisce a una vocazione universitaria, è necessario quindi che tutti, dal pubblico al privato, credano in questa cosa e ci mettano del proprio.
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