LA SENTENZA
Cartellini regolari, crocerossini assolti
Nessuna truffa: si risolve nel nulla un caso giudiziario che suscitò clamore a Luino

In occasione della sua assoluzione in un processo celebrato un paio d’anni fa, il presidente della Croce Rossa di Luino Pierfrancesco Buchi aveva riferito che quel giorno stesso a finire sotto processo erano stati invece due suoi accusatori, due dipendenti della Cri accusati di truffa per una vicenda legata alla timbratura dei cartellini.
Il gup Giorgetti ne aveva infatti disposto il rinvio a giudizio e Buchi e il suo avvocato non avevano escluso iniziative legali a tutela del buon nome della Croce Rossa.
Ebbene, quasi due anni dopo si può dire che tutta la vicenda, che nel 2016 aveva sollevato enorme clamore, è finita nel nulla e che nessuno dovrà più tutelare il buon nome della CRI.
Ieri, giovedì 18 aprile, infatti, il Tribunale di Varese ha assolto con formula piena i due ex dipendenti della Croce Rossa di Luino da quella che il loro difensore, l’avvocato Riccardo Rolando Riccardi, definisce «infamante accusa loro rivolta».
Un’assoluzione, per di più, richiesta dallo stesso pubblico ministero in udienza.
«La Croce Rossa - spiega ancora l’avvocato Rolando Riccardi - aveva già concluso il procedimento disciplinare interno ritenendo che i fatti addebitati ai due erano insussistenti. L’ente infatti, contrariamente a quanto dichiarato dalla presidenza luinese, non si è neppure costituito parte civile. Due anni di processo hanno permesso di accertare che chi li ha denunciati sapeva perfettamente che entrambi i lavoratori avevano regolarmente svolto la loro attività».
Quanto a Buchi, due anni fa era stato assolto, anche lui con formula piena, da un’accusa di abuso d’ufficio (la Croce Rossa si approvvigionava di penne, gomme e graffette nella cartoleria della sua famiglia).
© Riproduzione Riservata