LA CRISI
Caso Cecchi, ore decisive
La Lega presenta una mozione contro l’assessore «assente»

Giorni decisivi, forse ore, per un chiarimento, un compromesso, una stretta di mano oppure per un addio.
A Palazzo Estense i riflettori della politica sono puntati sulla poltrona da troppo tempo vuota che il sindaco Davide Galimberti ha intestato all’assessore alla cultura Roberto Cecchi.
Dell’ex direttore generale del Ministero dei beni culturali e poi sottosegretario nello stesso dicastero, manager fiorentino in missione a Varese per conto del centrosinistra, si sarebbero perse le tracce da metà luglio, dopo un (ennesimo?) scontro al tavolo della giunta con il vicesindaco Daniele Zanzi, che oggi ammette divergenze d’opinione con il collega («Ho votato contro alcune sue proposte») ma nega di essere la causa di un possibile divorzio tra Cecchi e la squadra degli assessori raccolta attorno a Galimberti.
Resta il fatto che il titolare della delega al rilancio culturale e turistico della città ha disertato le ultime cinque riunioni dell’esecutivo e che i suoi funzionari faticano anche solo a contattarlo al telefono.
A nessuno poi, nonostante i tentativi di giustificazione improvvisati dal sindaco, sono sfuggite le assenze dell’assessore alle presentazioni della stagione teatrale e del programma degli eventi promossi dalla biblioteca civica. E tutti hanno notato la latitanza dalla cerimonia di inaugurazione di Nature urbane, il festival del paesaggio che Roberto Cecchi aveva ideato, proposto e curato in prima persona.
Un evento a cui il vicesindaco Zanzi, invece, non ha mai risparmiato critiche. Fin qui i “si dice”, che ieri, sabato 22 settembre, hanno prodotto il primo atto formale.
Dopo l’annuncio di due giorni fa, i consiglieri comunali della Lega hanno infatti depositato in municipio una mozione di sfiducia individuale nei confronti dell’assessore desparecido, chiedendo al presidente dell’aula, Stefano Malerba, di inserire la discussione e il voto nell’ordine del giorno della riunione convocata per giovedì prossimo, 27 settembre.
«La situazione che si è creata - spiega Marco Pinti a nome dei compagni di partito - può essere causata da problemi personali, lavorativi o politici, ma, in ogni caso, la continuità della funzione istituzionale e rappresentativa deve prevalere nell’interesse della città».
Dunque il sindaco spieghi che cosa sta accedendo oppure «revochi la delega» a Cecchi.
Se il Consiglio comunale sarà chiamato a esprimersi sulla proposta del Carroccio, è probabile che la maggioranza farà quadrato e la respingerà al mittente. Sempre che, nel frattempo, la soluzione del caso non arrivi direttamente da Firenze con una lettera di dimissioni.
Un’eventualità che Galimberti, forse l’unico ad avere mantenuto i contatti con il manager toscano, tenterà fino all’ultimo di scongiurare.
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