ISTRUZIONE E INTEGRAZIONE
La scuola parla straniero
Sui banchi cinquemila bambini e ragazzi di quaranta nazionalità: italiani meno della metà

Scuola varesina sempre più arcobaleno. Nel bene quanto a integrazione sociale, nel male quanto a risultati didattici.
A poco più di una settimana dall’avvio del nuovo anno scolastico (che ufficialmente apre il primo settembre, con i collegi docenti convocati lunedì 3 ed inizio lezioni quasi sempre il giorno 10), i dati forniti dall’Ufficio scolastico territoriale diretto da Claudio Merletti, nel suo Rapporto annuale giunto alla settima edizione, confermano una sempre più accentuata multietnicità delle scolaresche a livello provinciale e dalle elementari alle medie superiori.
La mappa vede in testa alla graduatoria gli studenti di nazionalità albanese col 19,5% seguita da marocchini al 16,3, romeni al 7,7 e pakistani al 6,7; quindi egiziani, filippini, cinesi con percentuali molto più contenute e con una curiosità: la presenza per la prima volta di alcuni cittadini che appartengono al territorio della Città del Vaticano. In totale si tratta di quasi cinquemila fra bambini e ragazzi di famiglie provenienti da una quarantina di Paesi diversi.
La mappa disaggregata per quattro città-polo vede sempre gli albanesi come i più numerosi nel capoluogo (29,6 per cento) e a Gallarate (18,5), mentre a Luino a Saronno sono sopravanzati dai ragazzi marocchini (28 e 13,7 per cento rispettivamente).
EMERGENZA DISPERSIONE
I progetti didattico-educativi avviati ormai da diversi anni un po’ ovunque e che saranno implementati col ciclo di lezioni 2018/’19 confermano il raggiungimento di un buon livello di integrazione complessivo, ma rimane la criticità rappresentata dalla dispersione scolastica, “analizzabile in termini di ritardi progressivamente accumulabili”: gli studenti stranieri di terza media bocciati nel giugno scorso e che dovranno quindi ripetere l’anno sono pari al 30% (tre volte più che fra gli studenti italiani) e addirittura al 50% fra coloro che non hanno superato la prima classe superiore (gli italiani sono meno della metà, il 23%).
QUALE INTEGRAZIONE?
Due dati, questi ultimi, che pongono seri interrogativi sulla reale integrazione a livello culturale raggiunta nelle nostre scuole, ad iniziare dall’assimilazione della lingua italiana, primo vero ostacolo sulla strada dell’apprendimento didattico.
Evidentemente non bastano i protocolli d’intesa con i Comuni messi in atto sino a oggi, A Varese città come altrove, ma occorre aggiungere che sul dato complessivo pesano parecchio gli “arrivi in corsa”, cioè gli studenti extracomunitari che vengono inseriti in classe ad anno scolastico abbondantemente avviato.
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