LA LACUNA
Città universitaria? Non per gli studenti
L’Insubria conta 12mila studenti: dove sono? «Qui mancano spazi di aggregazione, meglio Como»

Sono 12mila gli studenti che frequentano l’università degli studi dell’Insubria, ma dove si nascondono?
Chi vive a Varese quasi non si accorge della loro presenza, che è concentrata prevalentemente nel Campus di Bizzozero.
La città non li vede, ma nemmeno il quartiere dove è stato insediato il polo universitario, ne percepisce la presenza.
«Perché la vita studentesca a Varese inizia e finisce con le lezioni - spiega Alberto Baltrocchi, rappresentante degli studenti del dipartimento di Ingegneria e membro della Consulta Giovanile in rappresentanza dell’Università -. Altro la città purtroppo non offre e lo dico da studente fuori sede che ha preferito fare il pendolare, tutti i giorni avanti e indietro da Rho, piuttosto che restare in città, magari isolato al Collegio Cattaneo».
Una bellissima struttura con stanze riservate agli studenti che arrivano da fuori, «che però sono praticamente relegati lì, perché intorno non c’è nulla, è una zona residenziale, e anche volendo spostarsi verso il centro, i mezzi pubblici la sera non ci sono».
Un nodo ancora da sciogliere quello dei trasporti, anche se passi avanti sono stati fatti.
«Da quando hanno inserito le corse aggiuntive e dedicate agli studenti, raggiungere la sede decentrata è molto più semplice, peccato il limite degli orari serali - spiega Sveva Bonomi, rappresentante degli studenti al Senato accademico dell’Insubria e studentessa di Scienze biologiche -. Piacerebbe anche ci fosse un collegamento dedicato per raggiungere le sedi di Como, una vera città universitaria».
E non è solo per la penalizzante distanza tra l’ateneo e il centro, Varese non è Como perché non si è sviluppata a misura di studente.
«Questo è un grosso limite, che non interessa solo gli universitari - aggiunge Baltrocchi -. Creare momenti di aggregazione extra didattici per gli studenti, significa coinvolgere una fascia di popolazione dai 18 ai 30 anni che animerebbe tutta la città. A Como ogni locale ti accoglie a braccia aperte e c’è l’imbarazzo della scelta per le serate a tema. Tant’è che spesso i ragazzi stessi preferiscono fare serata a Como invece che spostarsi a Milano. A Varese non c’è nulla di tutto questo, non ci sono serate universitarie, o pochissime e non ci sono nemmeno convenzioni attive tra esercizi locali e studenti».
O per lo meno non sono ben comunicate.
«Pensiamo a un badge, magari la stessa tessera universitaria, da esibire per avere diritto a sconti e convenzioni - sottolineano -. Non ne escludiamo l’esistenza, ma già non esserne a conoscenza significa che non è un elemento distintivo. Come mal sfruttata è la grande opportunità che frequentare l’università nella città Giardino può offrire a chi ama lo sport. Se ne praticano tantissimi, ma i giovani non sono coinvolti se non con il Cus».
Un’altra grande mancanza, che penalizza l’alto livello accademico, è legata agli spazi di aggregazione.
«Non ci riferiamo solo ai locali e alle serate dedicate, ma anche a quelli per lo studio. Aule centrali, con punti di accesso a internet, in cui debba vigere per forza il silenzio come in biblioteca. Ci sono materie che si studiano e si ripetono in gruppo e non ci sono spazi in città adeguati e aperti fino a tarda notte».
Infine, gli studenti vorrebbero che si aprisse un serio dibattito sulla sostenibilità, legata ai trasporti: «Pur se potenziati, i mezzi per spostarsi da Bizzozero in città rappresentano un limite e non si può nemmeno pensare che gli studenti possano muoversi singolarmente con le auto. Bisognerebbe riflettere su mezzi alternativi da mettere a disposizione dei ragazzi».
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