IL PROCESSO
Con la pupù del cane davanti al giudice
Accusato di minacce tre anni fa dalla padrona dell’animale, porta in aule il “ricordino” raccolto allora

A processo per aver minacciato con un martello la donna il cui cane aveva fatto la pupù davanti al suo bar, si è presentato in Tribunale portando con sé un sacchetto di carta contenente proprio gli escrementi rimasti sul selciato quel giorno di tre anni fa.
RICORDINO DAL PASSATO
Sacchetto che l’imputato conserva in magazzino dal 1° gennaio del 2020 e che ha estratto ieri, venerdì 24 febbraio, davanti al giudice Rossana Basile. «Quella signora non ha raccolto tutto!», ha dichiarato sollevando il contenitore (fortunatamente non trasparente) davanti all’allibita platea dell’aula B del palazzo di giustizia.
Per dimostrare la sua tesi, l’esercente (65 anni, difeso dall’avvocato Lucia Mazzocchin) ha anche fotografato quel “ricordino” lasciato davanti al locale tra Biumo e il centro.
Diversa la versione della donna, che s’è costituita parte civile nel processo con l’avvocato Andrea Toppi e che s’è dichiarata disponibile a ritirare la querela a fronte delle scuse e di una donazione al canile (proposta che l’imputato non intende però accettare). Secondo la ricostruzione dell’accusa, il suo cane aveva appena fatto i suoi bisogni davanti al bar e lei stava pulendo tutto con un sacchettino quando il barista è uscito impugnando un martello e gridando «Ora ti spacco la testa».
«Il martello? Stavo appendendo dei quadri nel locale e l’ho posato prima di uscire - s’è difeso l’uomo - C’è stato un botta e risposta, poi lei ha chiamato la polizia e ha raccontato le sue “palle”. Gli agenti mi hanno chiesto se volessi denunciarla, ma io ho detto di no, ero soddisfatto del battibecco».
Secondo la ricostruzione dell’esercente, la donna con il cane avrebbe contestato l’avviso affisso all’ingresso del locale: “Divieto di accesso a tutti gli animali”. «Mi disse “quel cartello sarebbe meglio non esporlo”. Poi si è divertita a far venire il suo cane a “scagazzare” di fronte all’ingresso». Da lì sarebbe nato la vivace discussione conclusasi con l’arrivo delle forze dell’ordine, la denuncia e, ora, il processo.
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