RACCONTO CHOC
«Da bambino mia mamma mi toccava»
La testimonianza di un ventenne al processo contro la madre

Nell’aula del Tribunale, in un’udienza che s’è svolta a porte chiuse, ha confermato ciò che aveva messo nero su bianco negli incontri con una psicologa. E cioè che, quando aveva tra i sette e i dieci anni, la madre lo costringeva a subire le sue attenzioni sessuali.
Il giovane, oggi ventenne, ha riferito di una ventina di episodi di palpeggiamenti avvenuti quando da bambino, figlio di genitori separati, dormiva a casa della madre, una cinquantenne residente in un paese del Tradatese.
La donna - questa l’accusa - lo avrebbe toccato nelle parti intime e si sarebbe fatta toccare a sua volta dal bimbo. Ma non è tutto: il piccolo passava spesso le notti nel lettone con la mamma, che in alcune occasioni ospitava nello stesso talamo anche il suo compagno. Costringendo, di fatto, il figlio ad essere testimone dei loro rapporti sessuali.
Accuse che vengono però respinte dalla donna, che sarà ascoltata nella prossima udienza, in calendario il prossimo 22 giugno, quando è prevista anche la discussione e la lettura della sentenza.
Dopo il ragazzo (che non si è costituito parte civile nei confronti della donna che lo ha messo al mondo), nell’aula di Palazzo di giustizia è stato ascoltato il padre. Fu proprio lui a presentare ai carabinieri la denuncia per violenza sessuale. L’uomo, preoccupato dal comportamento del figlio quindicenne, diventato sempre più taciturno, poco tempo prima aveva deciso di chiedere aiuto a una psicologa. E fu proprio con la specialista che il ragazzo si era sfogato, scrivendo su un diario ciò che accadeva quando trascorreva le notti con la mamma. Raccontando, appunto, dei contatti proibiti tra loro e degli incontri tra la madre e altri uomini in sua presenza. Racconto che ha convinto la Procura a chiedere il rinvio a giudizio della donna, istanza accolta dal gup e che ha portato al dibattimento iniziato ieri in piazza Cacciatori delle Alpi.
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