I DATI
Donne, la violenza non si ferma
Il lockdown fa aumentare i casi di soprusi: «Occorre parlare e denunciare»

«La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale». Con queste parole del capo della polizia, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
I dati sono relativi ad un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, la legge che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Per quanto riguarda la provincia di Varese, i dati relativi al periodo gennaio/settembre 2020 segnano delle variazioni di trend rispetto al medesimo periodo del 2019. Si sono infatti registrati 100 casi di atti persecutori (53 in meno dall’anno scorso), 208 casi di maltrattamenti in famiglia e conviventi (30 in più rispetto all’anno precedente) e 58 casi di violenza sessuale (due in più rispetto al 2019).
Oltre a questi dati, si segnalano tre omicidi in ambito familiare, con donne come vittime; uno di questi è stato commesso da partner.
I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l’omicida ha fatto in prevalenza uso di un’arma impropria, come un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc.), seguono l’uso di un’arma da fuoco, il soffocamento o strangolamento, le percosse e l’avvelenamento.
Il progetto del liceo artistico bustocco
Volti segnati da lividi, scritte sulle mani, frasi e sguardi che dicono no alle violenza in ogni sua forma. Gli studenti dei licei Candiani - Bausch hanno realizzato un video per la Giornata internazionale contro la violenza di genere. Hanno solo 16 anni e una consapevolezza notevole di quanto una vita possa essere distrutta da abusi e soprusi. A proporlo al Comune e al centro antiviolenza Eva Onlus è stata una di loro, Ludovica Baccano, che ha coinvolto numerosi compagni di scuola. Il motto è “Gelosia e possesso non sono amore, ogni donna è libera e tale deve restare”.
Per la Giornata internazionale Busto Arsizio ha predisposto numerosi eventi. Alle 17.30, dalla sala del camino di Villa Calcaterra, grazie all’Icma, verrà ripresa e diffusa online una tavola rotonda dal titolo “Donne e arte” - Rinascere attraverso la bellezza”, a cui parteciperanno il sindaco Emanuele Antonelli, l’assessore ai Servizi Sociali Osvaldo Attolini, l’avvocato Elisabetta Marca, presidente del Centro Antiviolenza E.VA ONLUS, il chirurgo vascolare Manuela Carnini ed Elisabetta Roncati, art consultant che ha fondato la ArtnomadeMilan.
La dottoressa Carnini durante il primo lockdown ha dipinto moltissimi quadri: una delle sue opere, la Donna delle rose, selezionata per il premio internazionale Città di Budapest, è diventata icona del centro antiviolenza bustese.
Per le strade della città e su Radio Busto Live oggi viene diffusa "La gente che parla", canzone di Grazia Di Michele contro la violenza sulle donne. Il brano è la storia vera di Sonia, una donna annullata dalla violenza, maturata in un contesto familiare malato, e dall'omertà, di chi sa ma preferisce finge di non sapere. Il videoclip, scritto, prodotto, interpretato e diretto dall'attore e regista di adozione bustocca Gabriele Lazzaro, è valso allo stesso Lazzaro una menzione speciale al Festival del Cinema Corto Tulipani di Seta Nera patrocinato da Rai Cinema. «La scena finale è un flashmob simbolico, un omaggio alla scena madre della Ciociara in cui Sophia Loren alza il pugno contro i soldati, dopo lo stupro subito – dice Lazzaro - un modo per lanciare un messaggio diretto: la battaglia contro la violenza sulle donne deve riguardarci tutti, donne, uomini e bambini. Non si può prescindere dall'educazione al rispetto, alla tolleranza, all'uguaglianza, compito che spetta in primis alle famiglie».
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