LA VIOLENZA
Donne picchiate, record di Sos
Dalle botte alla tutela completa: sei casi in pochi giorni da “Amico fragile”

Nemmeno gli operatori del centro immaginavano l’emergere di un bisogno così grande di un luogo dove poter dire “basta alle botte”. E dove farsi aiutare.
Le storie di sei donne maltrattate sono già state seguite dal centro antiviolenza “Dico_donna” dell’ospedale di Circolo. Tre sono state accolte al Pronto soccorso.
Qui tutti i medici sono informati sulle procedure da mettere in atto per assistere pazienti doppiamente fragili.
E Amico Fragile è il nome della onlus che coordina l’intervento e che fa parte della Rete antiviolenza interistituzionale di cui è capofila il comune di Varese.
L’ultima donna picchiata, in ordine di tempo, è arrivata in ospedale dopo essere stata malmenata.
Le hanno medicato le ferite ed è stata quindi inviata al Pronto soccorso ginecologico dell’ospedale Del Ponte, per ulteriori accertamenti.
«Con l’attivazione del nuovo protocollo c’è maggiore coordinamento e abbiamo la possibilità di allertare 24 ore su 24 le psicologhe del centro che possono assistere la donna dopo aver ricevuto le prime cure traumatologiche», dice Marilena Silvestri, medico del Pronto soccorso che insieme alla collega Francesca Carbone è la referente del nuovo servizio in Ps.
La sede del centro antiviolenza è al primo piano del padiglione 13 dell’ospedale di Circolo, accanto a Villa Tamagno (le operatrici rispondono al numero 0332.278427) e qui sono giunte altre tre donne che hanno subito maltrattamenti.
Non sono “passate” dal Pronto soccorso, hanno saputo dell’apertura del centro o sono state consigliate e hanno preso contatti.
«In totale per quattro di loro c’è stata una vera e propria presa in carico, con l’avvio di percorsi con assistente sociale, psicologa, assistenza medico-legale - dice la professoressa Liliana Colombo, presidente di Amico Fragile -, mentre per due di loro siamo alla fase dell’accoglienza, dell’ascolto e dell’informazione, nessuno sforza le donne a denunciare chi le maltratta, il nostro è un aiuto a tutto campo e finora non abbiamo dovuto indirizzare nessuna delle sei donne alla casa rifugio».
Una giovane, in condizioni particolarmente critiche, è stata ospitata per quarantott’ore in Pronto soccorso, dove si era recata per le botte prese (sempre o quasi, in questi casi, da un parente o dal partner), fino a che non si è rasserenata la situazione domestica.
«Noi diamo risposte immediate e attiviamo il protocollo per un intervento efficace», dice Eugenia Trotti, che è consulente tecnico-scientifico di Amico Fragile, oltre che medico specialista in Psicologa clinica nell’unità operativa di Psicologia diretta dal professor Marco Bellani, all’ospedale di Circolo, e ricercatrice universitaria all’Insubria. Protocollo è termine che può spaventare ma che indica soltanto che vi sono operatori che sanno come muoversi «nel rispetto massimo della situazione delicata nella quale si trova la donna che non è obbligata a denunciare ma che accompagniamo in un percorso non facile», prosegue Eugenia Trotti.
«La collaborazione con la Procura della Repubblica di Varese è fondamentale in questo quadro che è complesso perché l’aiuto non si esaurisce solo nella fase dell’emergenza ma bisogna poi avviare un percorso per il “dopo”, sul territorio».
© Riproduzione Riservata