OPERAZIONE DELLA MOBILE
Varese, droga: arrestata banda albanese
Dieci in manette, due fratelli a capo dell’organizzazione. Lo spaccio in tutta la provincia

La Polizia di Stato di Varese, coadiuvata da unità cinofile della Questura di Milano e pattuglie del Reparto prevenzione crimine di Milano, ha dato oggi, mercoledì 12 giugno, esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (emessa dal Gip di Varese su richiesta della Procura della Repubblica) a carico di dieci cittadini albanesi, accusati di traffico di sostanze stupefacenti nel capoluogo e in provincia.
L’attività d’indagine, condotta dalla Squadra mobile, era iniziato nell’autunno dello scorso anno, quando al personale della sezione antidroga era stata segnalata la presenza di un pusher albanese specializzato nella consegna porta a porta delle dosi di cocaina.
Lo spacciatore è stato rintracciato con la sua auto, consentendo allo stesso tempo di sequestrare alcune dosi di droga a suoi clienti.
L’indagine ha avuto una accelerazione quando, pochi giorni dopo, in occasione di un incidente in cui era rimasto coinvolto il veicolo guidato dal pusher, era giunto ad aiutarlo un suo connazionale già noto per il coinvolgimento in traffici di droga.
Approfondendo ulteriormente le indagini, sono quindi emerse abitazioni e garage intestati a terzi soggetti compiacenti ma riconducibili all’uomo e a suo fratello, risultati, al termine dell’indagine, gli organizzatori del traffico illecito.
Il modus operandi impostato dai due fratelli consisteva, secondo gli inquirenti, nel far giungere in Italia giovani connazionali che entravano con regolare visto turistico, ai quali venivano fornite macchine intestate fittiziamente, droga, cellulari e abitazioni, corrispondendogli la somma di 5 euro per ogni dose venduta. Inoltre, al fine di evitare che le forze dell’ordine potessero intercettarli e tramite i loro cellulari identificare tutti gli acquirenti, avevano organizzato in un appartamento una vera e propria “sala operativa” dove uno dei giovani, senza mai uscire di casa, riceveva tutte le richieste di droga da parte degli acquirenti esclusivamente a mezzo whatsapp, girandole complete di indirizzi ai pusher su strada, tramite altre piattaforme social più anonime.
I fratelli, in maniera parallela, avevano anche organizzato lo spostamento di importanti quantitativi di droga fuori provincia, servendosi sempre di connazionali come autisti, ma utilizzando auto con doppi fondi, creati da un appartenente al gruppo criminale.
Nel corso dell’intera attività, durata circa 6 mesi, sono stati arrestati due degli spacciatori appartenenti al gruppo e sequestrati 1 chilogrammo di cocaina e 4 chilogrammi di hashish, in parte già suddivisi in centinaia di singole dosi. I sequestri sono avvenuti anche all’interno di boschi, ove i pusher nascondevano lo stupefacente.
Inoltre, sono stati denunciati a piede libero cinque persone, i cui comportamenti hanno agevolato l’organizzazione intestandosi autovetture da mettere a disposizione del gruppo criminale, e pronti a denunciarne il furto nel caso in cui le stesse fossero state “bruciate” a seguito di controlli delle forze di Polizia. In un caso, infatti, a seguito di un controllo, una vettura è stata abbandonata con all’interno circa tre chili di hashish.
In ultimo è emerso che il gruppo, ogni qualvolta uno dei pusher veniva osservato dalle forze dell’ordine, lo rispediva immediatamente in Albania per non compromettere il funzionamento del sistema, sostituendolo con un nuovo connazionale reclutato sempre nei Balcani.
L’indagine ha mostrato che i due fratelli avevano un giro d’affari che superava le 1000 dosi di droga vendute ogni mese al costo medio di 50 euro l’una.
Nel corso degli arresi sono stati sequestrati circa 50.000 euro in contanti, ritenuti frutto dell’attività illecita, 7,4 chili di marijuana e 6 pistole.
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