FASCISMO
Varese e l’estrema destra: quanto è nero il lago?
Stasera su La7 un’inchiesta sulla provincia nazifascista

Varese e l’estrema destra: un legame che non è una novità dato che da quasi 80 anni la città e la provincia sono vertici del “triangolo nero” (con Milano e Brescia) e abitate da eredi dell’ultima stagione del fascismo. Non tantissimi, se si considerano i soggetti che partecipano attivamente a gruppi o associazioni “culturali”, ma eredi “rumorosi”, a intervalli regolari, e bersagli per questo del biasimo dei democratici, anche se molto più raramente al centro di indagini della magistratura.
LE CROCI AL PALASPORT
Negli anni La Prealpina ha raccontato molte volte l’estrema destra in provincia, a partire dall’evento che rese famosa la città nel mondo (e non in senso positivo) nel 1979, quando al Palasport di Masnago, durante la partita di basket Emerson Varese - Maccabi Tel Aviv, gli ultras varesini agitarono croci per tutta la partita, scandirono slogan inneggianti al genocidio nazista e in curva comparve uno striscione con scritto: "10, 100, 1000 Mauthausen!" (e del resto non è solo il tifo locale ad essere orientato a destra). Per arrivare ai giorni nostri, al recente matrimonio con saluti romani a Palazzo Estense e alla marcia silenziosa di diversi movimenti di estrema destra che lo scorso febbraio hanno ricordato le vittime delle foibe e gli italiani esuli da Istria, Dalmazia e Venezia Giulia.
L’INCHIESTA TELEVISIVA
Tanti varesini vedranno quindi con curiosità “Lago Nero”, terza inchiesta televisiva al centro di “100 minuti”, il nuovo programma di La7 scritto e condotto da Corrado Formigli e Alberto Nerazzini, in onda stasera dalle 21.15. Un’inchiesta, del giornalista Andrea Palladino, che viene presentata così: «Un viaggio nella rete silenziosa degli eredi del nazismo nel nord Italia, tra il Lago Maggiore e Varese. Un reticolo di circoli dove si compiono ancora oggi i riti delle SS, di locali pronti ad ospitare la commemorazione del compleanno di Adolf Hitler, di sedi di movimenti che si richiamano direttamente al nazionalsocialismo, con la svastica sul bancone del bar. “Lago Nero” è il racconto di un filo che parte dagli anni Cinquanta, quando il nord Italia diventa rifugio per ex ufficiali nazisti, con gli eredi pronti ad ospitare il boia delle Fosse Ardeatine o a comporre la colonna sonora per antichi simboli dell’estrema destra».
PRIEBKE A BESOZZO
Parole che a Varese fanno risuonare il ricordo della vacanza di Eric Priebke a Besozzo nell’agosto di 19 anni fa, quando l’allora novantaduenne ex capitano delle SS condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, fu ospite nella villa di un connazionale. Oppure delle cene di Alexander Dugin, ideologo reazionario di Putin, nel ristorante La Corte dei Brut di Gavirate, dove nell’agosto dello scorso anno è stata commemorata Darya, figlia di Dugin uccisa in un attentato. O, ancora, il ricordo sempre fresco dell’attività della Comunità militante dei Dodici Raggi con sede ad Azzate, che nel suo simbolo si rifà al sole nero del maniero tedesco di Wewelsburg, centro operativo delle SS (dalle commemorazioni dei morti nazifascisti sul San Martino ai festeggiamenti per il compleanno di Hitler).
LE INIZIATIVE DEI DO.RA.
A questo proposito, essendo Hitler nato il 20 aprile, anche in questi giorni ci sono state polemiche per le iniziative dei Do.Ra. ad Azzate. Con il sindaco Raffaele Simone costretto a ribadire che il suo è un «consiglio comunale completamente antifascista». E con Alessandro Limido, leader dei Do.Ra., che ha ribadito a sua volta, come nulla fosse: «Siamo affezionati a questa data perché siamo affezionati ovviamente al personaggio e alla politica che ha fatto».
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