ATS INSUBRIA
Ecco il vaccino sul camper. E in chiesa
Luoghi impervi e difficoltà? La soluzione: «Ci avviciniamo a chi abita in posti difficili». Puntura a bordo, poi l’attesa di 15 minuti in saloni, bar e nella Parrocchiale di Cadero

Arriva il camper per il vaccino e il parroco apre la chiesa di Cadero per consentire agli anziani di vaccinarsi. Sulle panche.
Ecco la strategia del vaccino “paese per paese” nei borghi sparsi per la Val Veddasca da Pino a Tronzano, su fino a Cadero.
Il camper allestito da Anci e Areu va in piazza, non nelle città o nei grandi comuni, ma in paesini e frazioni, vicino all’unico punto di ritrovo di persone che abitano sulle montagne o nelle valli tanto ridenti quanto lontane da tutto.
«Ci siamo detti: quei cittadini che magari hanno i figli a Milano, che devono essere portati in auto all’hub vaccinale con difficoltà logistiche e di tempo, che però sono in attività, escono di casa, perché non offrire loro un servizio dedicato?», dice Guido Garzena, dell’Ats Insubria, uomo che “risolve problemi” sul fronte del vaccini e coordinatore di quella di massa di Viggiù, medico rianimatore per tanti anni a capo del 118.
Da ieri, giovedì 6 maggio è su un camper tra i comuni e le frazioni della Comunità montana Valli del Verbano. Non si va a domicilio dei pazienti, se non in casi eccezionali: si parcheggia in piazza, si attendono i cittadini nel camper, oppure si fanno convergere gli anziani con difficoltà deambulatorie nella chiesa di Cadero, si somministra la dose, si fanno attendere per il quarto d’ora fondamentale dopo la puntura. Vicini e sorvegliati. Già, ma dove, se il camper deve ospitare il paziente successivo?
«In una sala comunale, nel bar del paese aperto, per l’occasione, in una biblioteca piuttosto che in chiesa, se serve chiediamo ospitalità anche lì», sentenzia Garzena.
Chiaro, l’obiettivo. Velocizzare i vaccini e farli diventare, con il tempo, una «cosa normale».
Da fare anche senza allontanarsi troppo da casa. Quando la propria abitazione è lontano dal centro vaccinale più vicino, nel nostro caso, quello di Rancio Valcuvia. I comuni di Agra, Curiglia, Dumenza, Tronzano oltre alle frazioni di Maccagno saranno raggiunti dal camper (iniziativa che porta la “firma” di Regione, Areu, Anci, Ats Insubria, Asst Sette Laghi e della Protezione civile provinciale).
«Abbiamo medici di Asst in servizio, infermieri volontari, personale Usca e tecnici eccezionali dell’Ats che hanno fatto sopralluoghi per vedere se dove andiamo c’è la connessione: abbiamo computer e stampanti e frigoriferi per conservare le dosi da fare funzionare...».
L’iniziativa è stata voluta da Emanuele Monti, presidente della commissione Sanità in Regione: «Ci sono équipe mediche già al lavoro per aggiungere anziani e allettati», ma questo servizio va oltre, per avvicinare il vaccino anti-Covid ai pazienti in difficoltà o che abitano in luoghi impervi. La Comunità montana Valli del Verbano (con il presidente Simone Castoldi), i Comuni e la Protezione civile provinciale (con l’assessore Alberto Barcaro), sono in prima linea per sperimentare un servizio che va oltre la vaccinazione a domicilio.
«Un gioco di squadra, siamo in tanti, speriamo di poter implementare ed esportare questo modello con l’aiuto dei medici di base che già fanno tanto», commenta Garzena. Ieri, intanto, ha somministrato le secondi dosi ai pochi abitanti di Monteviasco. Vaccinatore globetrotter.
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