CASA DELLA CARITÀ
«Farmaci per i poveri»
Boom di richieste, appello a donare fondi in favore delle famiglie emarginate

I poveri non si curano. Non è una novità, nemmeno alle nostre latitudini. Lo è l’appello del responsabile della Caritas, don Marco Casale: «A Natale donateci medicinali».
Non scatole semivuote, ma una donazione per l’acquisto di medicinali da distribuire ai poveri. «La povertà si riflette sulla possibilità di accedere alle cure, ma la troviamo soprattutto nella rinuncia a prendere i farmaci, perché c’è chi non è in grado di pagare il ticket o di accedere ai farmaci da banco».
L’ambulatorio medico dove vengono distribuiti i farmaci, alla Casa della carità della Brunella, è preso letteralmente d’assalto. Motivo per cui gli aiuti che provengono dal Banco Farmaceutico non riescono a coprire le necessità fino alla prossima colletta (a febbraio) così come i fondi raccolti con le iniziative benefiche proposte per sostenere la Casa della Carità, come l’associazione Pane di sant’Antonio, nutrito gruppo di volontari che si occupa dei servizi ai bisognosi offerti nella struttura della Brunella.
L’appello a dare un aiuto viene fatto dal sacerdote presidente del sodalizio per sottolineare come tra i vari servizi di aiuto e sostegno vi sia quello che si occupa della salute, il più recente aperto, che porta alla ribalta bisogni grandi. Fino a qualche tempo fa ai poveri che non possono pagare il ticket o che dovevano comperare farmaci da banco veniva consegnato un voucher nei centri di ascolto Caritas. Con il voucher si poteva accedere ad alcune farmacie della città dove ritirare i farmaci. Ora, invece, si deve passare al centro della Brunella, dove il servizio di distribuzione dei medicinali (coordinato da Dina Ermolli e Nicoletta Ravasi) distribuisce in questo periodo soprattutto antipiretici, antitosse, farmaci da banco per curare l’influenza ma anche, tramite ricetta, altri medicinali. «La difficoltà nel pagare il ticket è evidente», sottolinea la farmacista Dina Ermolli. I cittadini che lo desiderano possono portare confezioni integre di farmaci (non psicofarmaci e non medicinali da tenere in frigo, con scadenza almeno a distanza di 8 mesi) nel punto di raccolta attivo alla farmacia di Sant’Ambrogio.
Un duplice canale (si privilegia naturalmente quello della raccolta fondi, più semplice) per agevolare la cura delle persone più emarginate «che anche se iscritte al servizio sanitario e con un medico di base», sottolinea don Marco, faticano, proprio per la condizione di marginalità sociale ed economica nella quale sono, a curarsi.
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