L’ADDIO
«Fabrizio Frizzi, uno di noi»
Il ricordo degli amici varesini dell’uomo sempre sorridente anche a telecamere spente

«Lo conoscevo da vent’anni, non abbiamo mai lavorato insieme ma ci siamo trovati tante volte a spettacoli o eventi. Non ricordo di averlo mai visto senza il sorriso sulle labbra, un sorriso sincero non di circostanza o di quelli che devi fare per forza perché sei davanti alla telecamera o ai fotografi». Questo l’identikit di Fabrizio Frizzi tracciato da Sarah Maestri del quale ricorda «lusingata» la presenza alla prima de “Il pretore”, tratto dal romanzo “Il pretore di Cuvio” di Piero Chiara. Film, diretto da Giulio Base, fortemente voluto nella sua Luino dall’attrice prossima al ritorno a teatro con “Monsieur Sjogren e il coraggio di una donna” che debutterà venerdì 30 al Brancaccio di Roma.
Se l’interprete di “Notte prima degli esami” posta su Facebook le foto con il conduttore televisivo c’è chi gli scrive una lettera aperta. È il caso di Marina Castelnuovo, la varesina sosia di Liz Taylor. «Devo a lui il mio debutto in televisione. Grazie a una puntata di “Scommettiamo che” su Rai Uno: partecipavo appunto come sosia di Liz Taylor. Ero andata lì non dico per gioco ma quasi, di certo ben lontana dal pensare che un giorno quella somiglianza che in tanti notavano si sarebbe trasformata in qualcosa di più di un semplice vezzo. Il successo di quella sera di novembre del 1992 e le reazioni dei varesini al ritorno in città mi spinsero a intraprendere una carriera ricca di soddisfazioni portandomi addirittura a rubare la scena alla vera Liz al Festival di Cannes».
Marina Castelnuovo parla di «una persona bella in tutti i sensi», «garbato e generoso», «un professionista come pochi». Quello di “Scommettiamo che” non rimase un episodio isolato. Ci furono altri motivi di incontro: «Miss Italia ma soprattutto una puntata de “ I soliti ignoti” durante la quale parlammo di un comune amico: Bill Clinton, fratello di Roger. Frizzi era, come sempre, gentilissimo». Al “gentiluomo della tv” Varese non risultava essere una città sconosciuta. Ci era venuto più volte per trovare un altro Fabrizio, Fabrizio Macchi, al quale era legatissimo. Al punto da fargli da testimone di nozze. Del ciclista medaglia di bronzo ai Giochi paralimpici di Atene 2004, Frizzi, in un’intervista alla Prealpina, aveva detto: «Era l'8 novembre 1997, il programma “Domenica in”. Fabrizio era stato invitato a partecipare come testimonial dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Appena l'ho incontrato sono rimasto colpito dalla sua faccia forte, aperta e gioviale. In quell'occasione ho insistito perché venisse intervistato nella seconda parte del programma durante la quale si registrò, tra l'altro, un ascolto molto alto. Da quel giorno abbiamo continuato a tenerci in contatto, appena possibile ci incontriamo, altrimenti ci sentiamo per telefono con lunghe e piacevoli conversazioni».
Comprensibile il dolore che il varesino Macchi sta provando: «Grazie per la preziosa e meravigliosa amicizia che mi hai regalato, grazie per tutti i momenti importanti e toccanti passati insieme», il pensiero da lui rivolto all’altro Fabrizio.
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