LESIONI
Varese, guerra tra poveri. Il risarcimento? 100 euro
Botte davanti alla mensa. Processo dal giudice di pace

«Ecco cento euro, sono tutti i miei risparmi. Ma è solo un acconto: la prossima volta ne porterò altri 150». L’impegno del 43enne algerino è stato apprezzato dal marocchino, di 25 anni più anziano, che lo aveva denunciato per lesioni personali dopo essere stato aggredito davanti alla mensa della Brunella. E così, se la promessa sarà mantenuta nell’udienza del 10 marzo 2025, la querela sarà ritirata e il processo davanti al giudice di pace Fabio Del Re si concluderà con il proscioglimento dell’imputato.
La violenta lite scoppiò la mattina del 29 giugno del 2022. I due nordafricani erano in coda, insieme con tanti altri disperati, italiani e stranieri, per ritirare il pasto alla mensa della parrocchia di Sant’Antonio da Padova.
«Ho preso il mio sacchetto e sono uscito per andare in giardino a mangiare - raccontò la vittima -. Lui si è avvicinato e mi ha colpito con la catena per legare la bicicletta: sono caduto e ho perso conoscenza». Il motivo dell’aggressione, finita con un passaggio al Pronto soccorso e dieci giorni di prognosi? «Mi ha accusato di aver ritirato il cibo prima di lui», ha spiegato l’anziano, invalido, al magistrato nella precedente udienza, quando il marocchino aveva dato la disponibilità a chiudere il caso, ma solo a fronte di un risarcimento. «Almeno 600 euro», la richiesta del 68enne, anch’egli senzatetto, ma che può almeno contare su un assegno di invalidità percepito dall’Inail in seguito a un infortunio sul lavoro. Somma difficile, se non impossibile, da racimolare per l’algerino, disoccupato e nullatenente. «Vivo per strada, mangio alla mensa dei poveri», ha ammesso nell’aula di giustizia, raccontando di sopravvivere grazie agli aiuti delle associazioni caritative e di una sorella che ogni tanto gli dà qualche banconota per tirare avanti. Forse anche grazie a lei è riuscito a trovare i cento euro che ieri ha offerto a titolo di prima tranche dell’indennizzo.
E la persona offesa - costituitasi parte civile con l’avvocato Alex Barassi - alla fine ha accettato i soldi, a patto che tra quattro mesi l’imputato consegni anche gli altri 150 euro. Soltanto a quel punto i due extracomunitari, entrambi assistiti dai servizi sociali, potranno fumare il calumet della pace.
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