DIVORZIO
Il dramma dei papà separati
In duecento chiedono supporto nel varesotto tra diritti doveri e supporto psicologico

C’era chi non vede il figlio da mesi, chi per pagare gli alimenti alla ex moglie stenta ad arrivare alla fine del mese. Migliaia di volti, storie che ieri, domenica 17 marzo, si sono intrecciate a Roma durante il “Daddy’s Pride”, la “giornata dell’orgoglio dei papà separati” arrivata alla ventunesima edizione, alla vigilia della festa del papà che si celebra domani, ricorrenza di San Giuseppe.
Una realtà che a Varese e provincia vede oltre duecento padri rivolgersi alla locale sezione dell’associazione Papà separati Lombardia.
«In città siamo presenti da dieci anni», spiega l’avvocato Roberto Buda, che assieme a Maurizio Martignoni segue in prima persona quanti bussano alla loro porta. In mano ha un faldone che racchiude sentenze e atti giudiziari. «Poco tempo fa - prosegue Buda - un papà ci ha mostrato il decreto provvisorio di un giudice che gli aveva disposto un assegno mensile da 825 euro in favore della ex moglie e del figlio. Peccato che il suo stipendio netto sia di 1.600 e che quanto resta gli deve bastare per l’affitto, il cibo, i trasporti».
Il problema economico è frequente e a volte coincide con una vera e propria questione di sopravvivenza, ma quello che prova di più i genitori è altro: «L’esperienza - prosegue l’avvocato - ci ha insegnato che gli aspetti più gravi sono quelli relativi al rapporto tra padre e figlio, oltre ovviamente a quello con l’ex coniuge. Ricordo ad esempio il caso di un nostro assistito accusato di violenze e minacce sulla convivente e sul bambino. Bene, dopo un lungo processo il nostro papà è stato assolto perché venne dimostrata la falsità di quanto gli si attribuiva; negli anni, però, le menzogne avevano raggiunto il triste scopo di distruggere il rapporto tra padre e figlio».
Qualcosa potrebbe cambiare in futuro. Da mesi in Parlamento si discute del disegno di legge presentato dal senatore Simone Pillon, che punterebbe a una sostanziale riforma sull’affidamento dei figli: «Chi parla di un possibile ritorno al Medioevo - sostiene Buda - non dice la verità. Le modifiche vanno incontro a molte nostre richieste, in primis il fatto che il minore deve poter passare lo stesso tempo con il padre e con la madre. Poi c’è tutto quello che riguarda il riconoscimento delle situazioni di alienazione parentale, quando cioè uno dei due genitori cerca di mettere il figlio contro l’altro. Abbiamo incontrato recentemente Pillon e sosteniamo il suo operato; il tentativo è quello di riequilibrare una realtà che vede svantaggiata in tante vicende giudiziarie la posizione dei nostri assistiti».
L’associazione Papà separati Lombardia - la cui sede varesina è in piazza del Podestà - non si ferma soltanto al sostegno legale: assieme alla spiegazione di diritti, doveri e rischi insiti nella separazione c’è infatti tutto l’aiuto psicologico.
«Tante volte - conclude Buda - stiamo di fronte alle sofferenze di quei padri che non possono essere padri fino in fondo. Fortunatamente in città non siamo da soli; penso alle tante associazioni che ci aiutano, come ad esempio la Caritas che sostiene quei papà che necessitano di alloggi temporanei» e che vengono ospitati a Casa San Carlo, alle Bustecche.
Quale sarà il futuro dopo il Daddy’s Pride? «Ci piacerebbe organizzare in città convegni che illustrino casi particolari e ne spieghino le ricadute, per tenere alta l’attenzione su una problematica purtroppo sempre più diffusa».
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