GRIDO D’ALLARME
Varese, Inps: personale al collasso
Protesta dei sindacati: l’organico è sotto del 50%. «Servizio a rischio». Il quadro in Lombardia

«Qui non c’è il rischio di ritardi. È a rischio l’intero servizio». Il grido d’allarme arriva dal personale Inps di Varese. Questa mattina, giovedì 18 maggio, tutte le sigle sindacali hanno espresso forte, fortissima preoccupazione: l’organico è al di sotto del 50%. «E l’istituto è stato commissariato per cui non c’è un vero indirizzo politico» ha aggiunto Ciro Calemme, rappresentante di Confsal Unsa provinciale Varese. Una situazione che viene dipinta come drammatica. La presa di posizione è stata assunta alla sede centrale di via Volta, nel cuore di Varese.
Ma coinvolge l’intera Lombardia. Ecco la nota delle sigle sindacali sul quadro a livello regionale. «A fronte di una carenza di personale certificata dall’Amministrazione per tutta la Lombardia di 830 unità, ci sono state assegnate solo 471 unità delle 4.124 assunzioni previste, e solo 355 nuovi colleghi hanno preso servizio il 17 aprile (che equivalgono a una scopertura del 57,2% del fabbisogno calcolato, dato ben lontano da quell’8% di rinunce sbandierato a livello nazionale9». E ancora: «La scarsità numerica di assunzioni destinate alla Lombardia, unitamente ai pensionamenti e alla mobilità nazionale, determina l’impossibilità di garantire l’erogazione dei servizi nelle strutture Inps, soprattutto negli uffici di alcune sedi che rimarranno con solo 2/3 lavoratori. Sconcertante è l’atteggiamento del Presidente dell’Istituto che addirittura classifica come problema locale la mancata assunzione sul territorio lombardo, dimenticando evidentemente che l’Inps è un Istituto nazionale e la gestione delle assunzioni è centralizzata e di competenza della Direzione generale e non certamente del territorio locale». «Ancora più scioccante - è la nota in Lombardia - risulta l’ipotesi avanzata di privare la Lombardia, prima in Italia per numero di dipendenti e per consistenza del Pil, delle attività lavorative proprie per delocalizzarle in altre regioni». «Noi diciamo no alla scelta degli Organi di governo dell’Istituto di abbandono delle sedi Inps della Lombardia - tuonano i sindacati -. Il personale in servizio nella nostra regione rischia di esaurirsi per pensionamento, alla luce dell’età media ed in assenza del necessario turn over. Non garantendo adeguate assunzioni si sta tracciando la chiusura delle sedi, ed in primis delle Agenzie territoriali, che sono presidio di legalità ed erogatrici di welfare alla cittadinanza sul territorio. Per questo motivo le scriventi organizzazioni sindacali dichiarano lo stato di agitazione del personale relativamente alla situazione degli organici delle sedi in Lombardia e per la tutela del salario delle lavoratrici e dei lavoratori, perché saranno inevitabili gli effetti nefasti di questa situazione anche riguardo alla produttività delle strutture, e non consentiremo che a causa di scelte incomprensibili dell’Amministrazione il personale della Lombardia abbia delle penalizzazioni sui compensi incentivanti».
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