L’INTERVISTA
Io Tarzan, tu Elisabetta
Pellini mamma italiana nello spot dei biscotti. E a Varese recita Dante

Io Tarzan, tu Jane, di Varese. Abita in pieno centro, è Elisabetta Pellini. Lei la protagonista dei nuovi spot delle Gocciole Pavesi in tv in questi giorni. «Ne abbiamo girati tre - spiega l’attrice - ma al momento se ne vedono due. Il set, in pieno inverno, era a Budapest, il regista è Alessio Maria Federici, già autore di una decina di film. Un prodotto italianissimo destinato al giro del mondo».
Essere Tarzan e avere vicino una Jane è il sogno, per dirla con Paolo Villaggio, mostruosamente proibito di tanti. Lei lo alimenta?
«No, direi che la mia Jane non punta sulla sensualità. È una madre apprensiva, preoccupata che il suo bambino non sudi troppo e non prenda freddo nella partita contro le tartarughe. Si gioca a pallanuoto, uno sport bellissimo, raramente - “Palombella rossa” di Nanni Moretti rappresenta la nobile eccezione - portato sullo schermo. Ecco questa attenzione e la possibilità di interpretare la classica mamma italiana, protettiva ma anche scatenata tifosa del figlio hanno reso piacevolissima l’esperienza».
Prima del ciak ungherese che spazio aveva Tarzan nel suo mondo?
«Non piccolo. Da bambina faceva parte dei miei eroi. E in quanto a Jane, ho un precedente tutto da ridere. Lo sono stata con Aldo, Giovanni e Giacomo in versione Tarzan per “Mai dire gol” della Gialappa’s su Italia Uno».
Dagli spot mancava da un po’...
«Da quello per Nestea girato in Malesia da Alessandro D’Alatri. Anche lì non proprio copertissima e in una situazione che invitava al sorriso. Mi lamentavo con il mio uomo per essere finita su un’isola “poco civile” perché priva delle comodità dei resort a cinque stelle. Ma, alla fine, dimostravo concretamente di sapere apprezzare le bellezze della natura».
Dal piccolo al grande schermo, quando le manca il cinema?
«Tantissimo, anche da spettatrice. Ho letto che negli Stati Uniti, per promuovere il ritorno in sala, attori affiancano le maschere nello strappare i biglietti. Se si fa anche qui, io ci sono».
Non solo attrice. Il suo ultimo lavoro, “SelfieMania”, l’ha vista ideatrice del film e regista di un episodio, quando lo vedremo?
«Dirlo oggi è difficile, ne parleremo quando l’emergenza sanitaria sarà finalmente alle spalle e i cinema torneranno alla programmazione normale. Niente piattaforme, per il momento. E io sogno una proiezione speciale a Varese».
Resta la sua prima città?
«A Roma, dove sono più a lungo, ho il domicilio ma, per scelta, la residenza rimane a Varese, che cerco di vivere il più possibile. Anche leggendo Dante. L’altra sera ero al Santuccio per declamare l’ultimo Canto dell’Inferno nell’ottima iniziativa di Andrea Chiodi».
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