L’INIZIATIVA
La 3C del Cairoli si ritrova 50 anni dopo
Rimpatriata degli ex compagni di classe. Con sorpresa

I ragazzi della mitica 3C del liceo classico Cairoli si sono diplomati. Un’altra volta. Dopo cinquant’anni. Il primo diploma se lo sono sudato nel 1972, con gli scritti di maturità e l’orale. Il secondo se lo sono visti assegnare un po’ per gioco un po’ per goliardia, venerdì scorso, nel cortile del liceo, nell’ambito di una allegra rimpatriata a cui hanno preso parte più di metà degli ex studenti. Il diploma era scritto in lettere antiche, opera di Maria Grazia Alliaud Maggia, studentessa eccellente, diventata poi insigne latinista e grecista.
Nella mitica 3C c’era Daniele Zanzi, il capoclasse, esperienza che forse ha contribuito a fargli coprire, in tempi più recenti, la carica di vicesindaco di Varese. Sergio Moia, sindacalista della Cisl, chiamato «il filosofo». Roberto Urizzi, detto «Uro», che – con la follia che contraddistingue i matematici – nel 2019 si è messo a cercare tutti i compagni di classe riunendoli in una chat su whatsapp, per poi organizzare il “quinquagesimo” e questa estate un viaggio in Grecia in ricordo di quello fatto a Firenze prima della maturità. «Ci lega il ricordo di un periodo felice della vita», spiega Urizzi.
Quasi tutti hanno fatto un carriera ricca di soddisfazione: su più di 30 studenti ben 7 si sono laureati in medicina. Marco Chiesa, ad esempio, è un affermato psichiatra a Londra. Giuseppe Spriano è diventato un otorino laringoiatra riconosciuto nel mondo. Aldo Battaini ha lavorato come chirurgo a Como per 36 anni. Angela Saveri come ginecologo. Ma non solo: c’è il farmacista (Marco Agostinini), l’avvocato (Tiziana Magistri) e tante altre personalità tra cui imprenditori, insegnanti, architetti, e persino un monaco di clausura.
Dei tempi del liceo è rimasto vivo il ricordo di quei professori che hanno saputo essere una guida: su tutti don Fabio Baroncini di religione e Cesare Revelli di filosofia. Quello non era un periodo facile: erano gli anni della contestazione, le idee politiche si contrapponevano e sfociavano in risse. «Ma si era solidali anche con chi la pensava diversamente», dice Mauro Carabelli, all’epoca «Mario Capanna» poi capo stampa di Villa Recalcati, ricordando un episodio in cui i “rossi” avevano occupato il liceo e la classe 3C, che pur annoverava molti studenti schierati a sinistra, aveva fatto scudo per proteggere un compagno di destra, che altri nella scuola volevano linciare.
Quelli erano anni di volantini scritti al bar misurando le parole. Anni di ideali, di passioni, di musica nuova, di letture controcorrente, di voglia di cambiare il mondo. La serata – in cui ricorreva anche il compleanno di Marina Marelli, figlia della vecchia gloria del basket Sergio Marelli; e a cui ha partecipato anche Pierangela Negro, ex studentessa venuta apposta da Lecce – si è aperta con l’appello, rigorosamente in ordine alfabetico. Poi è stata messa a dimora una rosacea accompagnata dalla citazione di Cicerone: «verae amicitiae sempiternae sunt». Un brindisi, e la foto di rito nella vecchia 3C, sui banchi che adesso sono singoli per rispettare il distanziamento e che all’epoca erano uniti. E allora sì che è caduta una lacrima, non tanto per nostalgia, ma pensando ai giovani di oggi. Che forse, tra virtualità e regole sanitarie, vivono con meno intensità le relazioni e gli ideali.
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