LA STORIA
La Maturità parlando con gli occhi
Colpito da malattia genetica, Mirco Scaccabarozzi comunica solo con le palpebre. E ieri ha affrontato l’esame»

Ieri, venerdì 6 luglio, Mirco Scaccabarozzi, per discutere la tesina di Maturità, era elegantissimo.
Camicia inamidata, cravatta rossa e blu e capelli neri lunghi raccolti in una coda girata su se stessa per il caldo.
Nulla di particolare, se non che il maturando del liceo artistico “Frattini”, classe VF multimediale, è affetto da amiotrofia spinale, una malattia genetica che, diagnosticata quando aveva quattro mesi di vita, da sempre lo costringe su una sedia a rotelle attrezzata con respiratore e dispositivo per l’alimentazione artificiale.
Per comunicare con gli altri Mirco muove gli occhi.
Accanto a lui, ieri mattina, hanno voluto essere presenti tutto coloro che hanno seguito il suo percorso scolastico: la mamma Simona Cometa, raggiante, insieme con il nonno Gaetano, suo primo e principale sostenitore, e poi tanti compagni di classe del biennio e del triennio.
Emozionate Nadia Mordente, da cinque anni accanto al particolare studente come insegnante di sostegno, l’educatrice Jessica De Francesco e la collaboratrice scolastica Rosa Miali, diventata amica di famiglia.
Anche la commissione dell’esame di Stato, presieduta da Gabriele Rizzato, insegnante di Diritto e di Economia al liceo “Marie Curie” di Tradate, ha seguito la tesina di Mirco: un video con tutti i momenti più intensi della sua infanzia e dell’esperienza scolastica e con i messaggi d’affetto di quanti gli sono sempre stati accanto.
L’io narrante era il ragazzo stesso, che parlava in prima persona facendosi prestare la voce prima dal fratello gemello Raoul e poi, via via, dai compagni di scuola.
Sullo schermo si sono susseguite immagini tratte dalla sua vita dal momento della nascita, il 3 settembre 1999, all’origine della passione per il wrestling, alle scuole elementari e medie frequentate a Induno Olona, fino all’ ingresso al liceo “Frattini”.
E qui Mirco compare in classe, nei corridoi della scuola, nei laboratori d’arte, in gita, sempre accanto agli altri ragazzi. Mai escluso. Quando ancora riusciva a muovere il mignolo sinistro, attraverso un tablet poteva contare su un sistema di comunicazione aumentativa alternativa: cliccava su immagini per esprimere ciò che provava, oppure sulle foto dei compagni con i quali voleva parlare.
«Spero di avere lasciato un segno - s’è concluso il video -. Sono stato un compagno di scuola che ogni giorno ha insegnato la forza della vita».
«Oggi è un grande traguardo per tutti noi - ha commentato mamma Simona -. Per Mirco i medici avevano previsto un anno di vita, non di più. E invece eccolo qui, a combattere ancora la sua battaglia, portando a tutti il suo più grande messaggio, ovvero che la vita va difesa a ogni costo».
Lacrime e sorrisi sui volti di tutti i presenti.
«L’esame di Stato di Mirco è stata l’occasione per guardarci dentro - ha aggiunto Nadia Mordente -, ripercorrendo insieme questi cinque anni durante i quali il ragazzo era una presenza silenziosa a scuola, ma ricca di senso per i coetanei e per noi adulti. Un esempio di forza e di amore incondizionato, che mi ha messo alla prova come insegnante e come persona».
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