IL DOCUMENTARIO
La street art di Ravo su Prime video
«Mi sembra di aver vinto l’Oscar». E poi annuncia: «Restaurerò il Caravaggio di Varese»

Da Varese a tutto il mondo con Amazon Prime Video: lo street artist Andrea Ravo Mattoni consacrato a star internazionale grazie al documentario “Born in the street” firmato da Davide Cisterna.
L’artista varesino è uno dei protagonisti dell’approfondimento che si può guardare on demand sulla piattaforma Amazon Prime Video. Con pochi semplici click si potrà conoscere non solo la storia degli street artist e del mondo dei graffiti, ma anche la storia di uno degli esponenti italiani più autorevoli e apprezzati. «Mi sembra di avere vinto l’Oscar: mi sembra quasi incredibile essere su una piattaforma così importante. Per me è stata una sorpresa essere su Amazon - afferma Andrea Ravo Mattoni -. Ho fatto questa intervista senza poi sapere bene dove sarebbe andata in onda, per poi ritrovarmi in questo documentario. Sono soddisfatto del prodotto perché ho avuto la possibilità di raccontare le mie origini, la mia storia. Io vengo dalla provincia di Varese e dal Ticino e nel documentario emerge come desideravo. Inoltre c’è un bello stacco sul Caravaggio di Varese a cui sono molto legato».
Torna indietro nel tempo: «Parlo dei miei inizi con Fabio Caso, del mondo della musica che frequentavo e che amo, con gli Otierre e i Sottotono. Alle origini ci furono gli anni dei graffiti a Varese, graffiti illegali, ma ormai lo possiamo dire tanto penso siano andati in prescrizione».
Spiega: «Io vengo da quel mondo e mi piace ricordarlo, sono persone importanti della mia vita. Proprio Caso mi dava credito quando nessuno credeva ancora in me». E aggiunge: «Io non ero un ribelle, ero un B-Boy. Ho iniziato in quel modo come rottura rispetto alla mia famiglia. Solo dopo è arrivata l’Accademia di Brera e poi ho messo insieme le mie due anime».
Artista di fama internazionale, Andrea Ravo racconta: «Resto legato a Varese, per me è il posto più bello del mondo. Qui sono nato e ci sono lavori a cui sono molto legato, a partire dal mio Caravaggio di viale Belforte. Anzi ne approfitto per dire che prima di morire lo voglio restaurare perché ai tempi non usavo i prodotti che uso ora. E prima che ci mettano mani altri lo voglio fare io: quest’anno non riuscirò perché sono già molto preso, ma vorrei tenere uno spazio per il 2022. Sarebbe bello trovare degli sponsor che mi sostengano. Ne approfitto per chiedere al sindaco Davide Galimberti di tagliare le siepi perché molti mi scrivono per questo, anche se il posto secondo me è bello così».
Il prossimo progetto? «A breve mi sposterò ad Amboise». E sul periodo che viviamo: «Credo che vedremo un Neorinascimento, ce lo dice la storia. Vedo che c’è fermento, ci sapremo rialzare. Il mio pensiero è rivolto a chi ha perso persone care e lavoro per la pandemia».
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