RALLY DEI LAGHI
“Tempesta perfetta”, vittoria di classe
Il pilota veneto con licenza romena accende lo spettacolo, Dipalma e Miele jr gli hanno tenuto degnamente testa. Va agli archivi un’edizione di altissimo livello

Quel “veni, vidi, vici”che evoca le gesta di Giulio Cesare in epoca antica, è tornato ad essere realtà nel rally dei Laghi. Simone Tempestini, 24enne trevigiano migrato da cinque anni in Romania per seguire l’impresa tessile di famiglia, ha bussato a Varese, chiedendo di allenarsi qui in vista del mondiale WRC 2. E, al debutto, “Capitan Tempesta” ha svolto con diligenza il suo compito con la Hyundai i20 R5 team Friulmotor mettendo il nono sigillo di un ospite nelle 28 edizioni del “Laghi”. Con Sergio Itu ha reso grandi Giò Dipalma e Cobra, battuti per soli 2”: «Ringrazio Dipalma per l’ottima gara, finire secondi per pochi decimi e vedere Simone Miele (navigatore Roberto Mometti) terzo e vincitore di tre prove, rende grande il ricordo che mi porterò nel cuore. Avete strade fantastiche, prove difficili, organizzazione da Europeo, pubblico appassionato sia qui in città sia lassù nelle valli. Meraviglioso il “Laghi”».
Era dal 2011 che non vinceva un ospite: allora fu l’orobico Gamba.
La “Tempesta” che si è abbattuta sul Laghi è segnata da professionalità e stile: anche dopo il testa-coda sopra Sant’Antonio, Tempestini è stato granitico, ha raccolto le forze, vincendo con stile un Laghi cresciuto molto in qualità.
Non ha il sapore della sconfitta il secondo di Giò Dipalma e “Cobra” su Skoda Fabia R5 di HK racing. Il driver di Malnate ha guidato alla grande sul viscido, ha commesso un solo errore sotto Vararo, girandosi in un tornante. Brucia il secondo gradino a soli 2” dal vincitore, dopo essere stato al comando. Dipalma corre poco e lavora dieci ore al giorno nella officina di famiglia: cerca aiuti, tornerà a vincere presto. Sul terzo gradino sale Simone Miele con Robi Mometti e il fulmine di guerra della Citroen Ds3 Wrc, team Dream One: gara dai due volti la loro, prima tappa con infelice scelta gomme, come sassi sul bagnato; seconda da campioni con tre acuti da raccontare ai nipotini; altre due prove lunghe e il Laghi sarebbe stato loro. A metà gara erano terzi a 42” ed alla fine il divario è di 23”.
Se a Pippo Pensotti è stata assegnata la palma della sfortuna (piegare una sospensione alla quinta curva è da guinness dopo aver preparato con cura maniacale la gara), a Damiano De Tommaso, Mauro Miele, Luca Potente e Beppe Freguglia il premio per tenacia e capacità di gestire le criticità in gara.
«Sono sia contento sia deluso - le parole di Giò Dipalma all’arrivo -. Forse senza questi imprevisti avrei vinto, ma nonostante un anno fermo sono riuscito a fare il ritmo dei primi. Voglio ringraziare il team perché la macchina era perfetta e perché la scelta delle gomme è stata giusta, anche se poi sono durate poco per la bucatura». Giò riesce a sorridere e a far sorridere tutto il pubblico di Varese che lo applaude come nessun altro pilota.
Simone Miele, unico pilota in corsa con una Wrc, che con la sua Citroën DS3 ha patito la scelta delle gomme da asciutto, come del resto il papà Mauro (5° assoluto) e molti altri. «Ho sbagliato - ammette Simone -, ci siamo affidati alle previsioni meteo della Svizzera che davano asciutto fino alle 11. Inoltre, il ritardo di 40 minuti con cui è iniziato il rally moderno c’è stato proprio per trovare il bagnato. Sicuramente con il set di gomme giuste sarebbe stata una bella gara sin dall’inizio, ma dire che così avrei vinto è troppo facile ora». Papà Mauro porta i segni della scelta sbagliata su ogni lato della macchina, in particolare l’anteriore, totalmente distrutto durante la PS 3 sul Cuvignone. «Oltre all’errore della gomme - dice il driver di Olgiate Olona -, prendere la mano con questa auto non è stato facile perché non l’avevo mai guidata e questo è il risultato». Poi rivendica un dato straordinario: «I quattro piloti davanti a me in classifica hanno meno della metà dei miei anni!».
LE CLASSIFICHE
Rally Laghi vetture moderne
1) Tempestini - Itu (Hyundai i20 R5) in 53’11”5; 2) Dipalma-“Cobra” (Skoda Fabia R5) a 2”0; 3) Miele-Mometti (Citroen DS3 Wrc) a 23”1; 4) De Tommaso-Ascalone (Skoda Fabia R5) a 1’35”5 ; 5) Miele-Beltrame (Skoda Fabia R5) a 2’09” ; 6) Potente-Gogni (Skoda Fabia R5) a 3’13”8; 7) Freguglia-Cerutti (Skoda Fabia R5) a 3’27”6; 8) Spataro-D’Agostino (Peugeot 207 S2000) a 4’21”6 ; 9) Pederzani-Brovelli (Peugeot 207 S2000) a 4’36”2 ; 10) Maran-Maran (Fiat Punto S1600) a 5’19”2; 11) Fusetti-Chiacchella (Renault Clio S1600) a 5’19”8; 12) Pizio-Cecchetto (Peugeot 208) a 5’24”; 13) Daldini-Rocca (Clio R3T) a 5’48”; 14) Franzetti-Caravati (Cliio N3) a 5’55”; 15) Daverio-Conti (Peugeot 207) a 6’01”; 16) Antonietti-Beretta (Clio) a 7’00”; 17) Ripoli-Bruna (Clio R3C) a 7’18”; 18) Imperiale-Tedesco (Clio N3) a 7’24”; 19) Mazzetti-Landolina (ClioN3) a 7’29”; 20) Marignan-Marchesi (Peugeot 106) a 7’37”.
Rally Storico
1) Andolina-Moro (Lancia Delta Hf) in 1.04’38”9; 2) Corbellini-Corbellini (Ford Sierra Csw) a 1’18”6; 3) Vasino-Melani (Porsche 911) a 2’23”1; 4) Bergo-Ferraris (Toyota Celica) a 3’50”0; 5) Borini-Guglielmina (Opel Ascona) a 5’38”9; 6) Ribaldone-Zanone (A112) a 11’31”1.
Regolarità a media
1) Gandolfo-Giammarino (Innocenti Mini Cooper) pt.343; 2) Bonfante-Giacobino (Opel Corsa) pt. 418; 3) Magnoni-Boracco (Lancia Fulvia HF) 511; 4) Regalia-Aspesi (Saab 96) 775; 5) Arlenghi.-Signorelli (Porsche 911) 893; 6) Costadoni-Costadoni (Porsche 914) 940.
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