LA LEGGE
Legittima difesa, «non il Far West»
Pene più severe ai ladri e maggiori tutele al cittadino che reagisce in casa e nelle attività. Ma Gadda (Pd) è critica: «Legge inutile»
«A sentire i dibattiti in tv di questi giorni si sente parlare di tutto: tra chi dice che in casa si potrà sparare liberamente e chi prevede la corsa all’acquisto di armi, abbiamo voluto fare chiarezza su un tema così importante e delicato».
Parole di Paolo Macchi, segretario provinciale del Siulp Varese, il primo sindacato di categoria della Polizia di Stato, in apertura della conferenza sulla legittima difesa proposta ieri in un’affollatissima Villa Recalcati.
In sala, a dimostrazione dell’interesse, oltre duecento fra poliziotti e avvocati, ma anche semplici cittadini che hanno colto l’occasione per fare il punto sulle ultime novità portate dal Disegno di legge approvato il 28 marzo.
Per far seguire a tutti i lavori è stata utilizzata anche la sala consiliare in diretta video. Legali, rappresentanti delle istituzioni, politici e magistrati si sono dati il cambio per inquadrare tutti gli elementi di novità, andando oltre gli slogan di pancia che si rischiano sulla materia. Anche se l’inevitabile “pepe” è stato garantito dalla presenza di due deputati su fronti opposti, Maria Chiara Gadda, capogruppo del Partito democratico e Andrea Ostellari della Lega, presidente della Commissione Giustizia del Senato.
«Prima di tutto bisogna ricordare che il cambiamento riguarda soltanto la legittima difesa nel domicilio, cioè in casa, in ambiti commerciali e in azienda - ha spiegato quest’ultimo, difendendo ovviamente un’antica battaglia del Carroccio -. È vero, una legge esisteva già grazie al ministro Castelli che iniziò questo percorso nel 2006. Siamo partiti dall’idea di velocizzare i processi ascoltando le persone che si sono dovute difendere e poi hanno vissuto dei calvari giudiziari fino a otto anni e oltre. Abbiamo agito solo sugli articoli 42, 55 (soprattutto) e 165 del Codice penale, prevedendo il pagamento totale delle spese di difesa e riformando il risarcimento del danno.
Nonostante siamo stati criticati e attaccati su tutto, non abbiamo fatto alcun disastro, perché non possiamo andare contro il Codice se non con una riforma più complessiva. Non siamo dei pazzi».
Tradotto: nessun Far West. È stato invece riformulato il principio di proporzionalità tra offesa e difesa, aggiungendo l’avverbio “sempre”, con l’idea cioè che ci sia proporzione in ogni caso davanti alla minaccia dell’uso di armi. Inasprite anche le pene per i reati di furto e rapina ed estesi i campi di applicazione alle attività imprenditoriali e non solo alle case, pensando ai tanti imprenditori, soprattutto commercianti, colpiti in azienda.
Ma proprio per questo l’esponente dell’opposizione, Maria Chiara Gadda, parla di «legge inutile, visto che l’impianto legislativo esisteva già - ha commentato la deputata Pd a margine del convegno -. Nella stragrande maggioranza dei casi di legittima difesa si arriva all’archiviazione e all’assoluzione. Su 1 milione e 300 mila procedimenti in Italia, si contano 4-5 casi del genere che vanno a giudizio in un anno. Gli altri vengono archiviati prima. La richiesta di sicurezza per i cittadini è un tema molto serio e sentito, che dev’essere al centro per tutti, ma non in questo modo.
Piuttosto bisogna dare più strumenti alle forze dell’ordine: perché è sbagliato far passare il messaggio che bisogna farsi giustizia da soli, altrimenti sarebbe la resa dello Stato. Non bisogna sparare ai ladri, bisogna allertare polizia e carabinieri».
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