TRIBUNALI
Varese maglia nera dei tempi della giustizia penale
Il dato emerso all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano. «Grave carenza di magistrati e personale amministrativo»

«Sia in Corte di Appello, sia nella maggior parte degli Uffici di primo grado i tempi di trattazione dei procedimenti penali, già contenuti, si sono ulteriormente ridotti». Lo ha detto oggi, sabato 27 gennaio, il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Ma c’è un aspetto allarmante che riguarda il distretto di Varese: in tutti i Tribunali dei distretti il tempo medio di trattazione dei procedimenti penali è inferiore all’anno, Varese invece si trova a 947 giorni, «ma in netta ripresa» ha sottolineato Ondei.
Al discorso di apertura, al Palazzo di Giustizia di Milano, del presidente della Corte d’Appello di Milano, hanno partecipato il presidente del Senato Ignazio La Russa e il presidente regionale Attilio Fontana.
MANCANO MAGISTRATI
Ondei ha denunciato il «vuoto di organico dei magistrati», la «drammatica scopertura» del personale amministrativo, il «continuo stillicidio di abbandoni» degli addetti all’Ufficio del processo. Tenendo conto dell’intero distretto la la mancanza di magistrati è del 19%. La scopertura tocca il 35% per i magistrati onorari nei Tribunali e il 67% per gli uffici del giudice di pace. Cronica la carenza di personale amministrativo: 36%.
Un REATO SU 10: VIOLENZA SULLE DONNE:
Nel distretto giudiziario milanese sono in «preoccupante aumento» i procedimenti per i reati contro il patrimonio, ossia «i crimini predatori, come rapine, furti ed estorsioni», passati «dal 29% al 35%» del totale, «seguiti dai processi per i reati-spia indicati dal codice rosso come quelli relativi alla libertà sessuale, ai maltrattamenti in famiglia e agli atti persecutori», che sono «pari al 10% del totale».
I dati emergono dal discorso del presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei. In aumento, ha spiegato, «sono anche i processi contro la Pubblica Amministrazione (pari al 7% del totale) mentre sostanzialmente stabili, sono le percentuali dei processi riguardanti gli stupefacenti (pari al 7,5% del totale)» e «in netta diminuzione, invece, sono i processi relativi ai reati fiscali (-5%)».
Resta «sempre preoccupante» - è un altro passaggio della relazione - «il numero degli episodi di contrapposizione tra bande giovanili rivali» culminati «in risse con lesioni gravi o gravissime».
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