PER NON DIMENTICARE
Marrone e il prezzo della libertà
L’articolo degli studenti che ha vinto il concorso dell’associazione

«Vorrei essere libero, libero come un uomo», scrive Giorgio Gaber nella canzone “La libertà”.
Libero come un uomo che si rende conto di non vivere isolato, ma in una comunità con doveri, diritti, speranze.
Però la storia è testimone: i diritti vengono soppressi, le speranze vengono meno.
E talvolta l’uomo rimane ad osservare, non interviene, preferisce non parlare.
Troppe volte la storia è stata testimone di eventi simili tra loro: la Shoah, le Foibe, i Gulag.
A Milano, si nasconde un luogo che è prova di quest’indifferenza e che fa tristemente parte del nostro passato: il Binario 21, un luogo per riflettere sul passato per cercare di migliorare il futuro.
Nel dramma della Shoah bisogna riconoscere chi ha agito in nome della propria coscienza.
Per ripetere le parole di Gaber, essere libero significa “innalzarsi con la propria intelligenza”, significa essere consapevoli che “la forza del pensiero sia la sola libertà”.
Ne è prova Calogero Marrone, un eroe dimenticato, che negli anni Trenta del secolo scorso non aderì al partito fascista, ma aiutò molte persone, tra ebrei e dissidenti politici, ad attraversare il confine con la Svizzera, procurando loro documenti d’identità falsi.
Difatti, lavorò all’anagrafe di Varese e, a causa della manomissione dei documenti, fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì di tifo il 15 febbraio 1945.
Per ricordare chi, come lui, si è opposto ai genocidi e ai crimini contro l’umanità, è stato istituito il Tribunale del Bene che celebra ogni 6 marzo la Giornata Mondiale dei Giusti.
Da questo si evince un messaggio importante: la responsabilità è il prezzo per avere la libertà; responsabilità significa portare sulle proprie spalle quello che si ritiene essere giusto, sceglierlo sempre, rispettarlo, e metterlo sempre al primo posto.
Talvolta questo impegno e questo comportamento sottintendono l’accettazione di ogni conseguenza e chi è consapevole del proprio agire è in grado di conquistare la libertà, è in grado di allontanare definitivamente ciò che costituisce un motivo di oppressione o impedimento.
Liberi sono tutti coloro che decidono di voler cambiare qualcosa, sono coloro che scelgono di rischiare.
Caino rinuncia alla responsabilità e alla libertà; alla domanda di Dio: «Dov’è tuo fratello Abele?», lui risponde con un’altra domanda: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Questa frase esprime nello stesso tempo menzogna e indifferenza: Caino per rispondere doveva guardare dentro di sé e al mondo.
Responsabilità deriva dal latino “respondere”, perché la responsabilità è il dovere di rispondere, è partecipare con coraggio; la cosa più semplice sarebbe stare fermi al posto di agire, ma se tutti facessimo così, rimarremmo sempre in uno stato di immobilità.
Grazie a ciò che hanno fatto i Giusti, noi giovani siamo qui oggi a parlare di quello che è avvenuto, ricordare e fare il possibile affinché ciò non accada più, perché la loro storia deve arrivare ad avere un significato universale.
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