LA SENTENZA
Minacce sul bus: assolto
Aveva litigato con i controllori dopo essere stato sorpreso senza biglietto
Il giovane e la compagna viaggiavano senza biglietto, e la discussione con i controllori ci fu eccome. Ma lui sostiene di aver avuto una reazione commisurata alla situazione, mentre gli addetti ritengono di essere stati vittime della sua furia. L’episodio, avvenuto tre anni fa, è stato al centro del processo che si è concluso ieri, venerdì 11 ottobre: il giudice monocratico Cristina Marzagalli ha assolto l’imputato con formula piena, «perché il fatto non sussiste». Il pubblico ministero Davide Toscani, che aveva chiesto una condanna a sei mesi di reclusione, ha già annunciato la volontà di presentare ricorso.
La vicenda risale a una sera di fine ottobre del 2016, a bordo di un autobus della linea urbana E, quella che collega Avigno e Bizzozero. Un ivoriano classe 1993 salì a bordo del mezzo alla fermata dell’Esselunga di Masnago, insieme con la compagna di due anni più giovane, e la figlioletta di due anni, diretti verso il centro cittadino. Come hanno spiegato sia l’imputato, che ieri mattina ha reso spontanee dichiarazioni, sia la compagna, sentita come testimone, la famigliola salì a bordo senza biglietto «perché stava diventando tardi e faceva freddo - ha raccontato la giovane - : non avevamo monete per il biglietto, soltanto banconote. E così chiesi subito agli altri passeggeri se qualcuno aveva da cambiare 5 euro in moneta, ma tutti risposero di no». In via Sanvito, ecco l’arrivo dei due “verificatori” di Autolinee varesine, impegnati in normali controlli a bordo dei mezzi: «Spiegammo loro la situazione e ci chiesero i documenti - ha raccontato ancora la giovane mamma - Avevo con me anche una banconota da 20 euro e chiesi di poter pagare con quella, invece di essere multati, ma ci risposero che non era possibile. Dissero che in alternativa potevamo scendere io e la bambina, e avrebbero multato solo lui».
A questo punto, in base alla ricostruzione, la situazione degenerò. I passeggeri si lamentarono perché il mezzo era fermo ormai da quasi mezzora e tra l’ivoriano e un controllore nacque una discussione molto accesa. «Non volevo che lei e la bambina scendessero da sole - ha spiegato l’imputato - perché eravamo saliti come famiglia e come tale dovevamo rimanere. Mi arrabbiai, è vero, ma fui io stesso a chiedere di chiamare le forze dell’ordine».
Secondo l’accusa, però, il giovane si sarebbe lanciato in una serie di minacce all’indirizzo degli addetti, fino all’arrivo di una pattuglia della Polizia locale.
Ieri l’assoluzione: per sapere le motivazioni della sentenza occorrerà attendere i tempi tecnici per il deposito, ma nel frattempo il giudice Marzagalli ha disposto l’assoluzione dell’imputato con formula piena.
Ma quello della famigliola straniera non è l’unico caso di persone che finiscono alla sbarra per essere state trovate senza il biglietto dell’autobus: per questo stesso motivo un immigrato che poi ha dato ai controllori false generalità ora è seriamente nei guai con la legge.
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