BELFORTE
Morti “dimenticati” fuori dalle tombe
Mesi di attesa per un posto dopo l’esumazione. I parenti esasperati protestano: «Nessuna informazione»

«I lavori di ampliamento del cimitero di Belforte sono terminati da tempo, ma le salme dei nostri cari rimangono ancora nella camera mortuaria del camposanto, perché, dopo l’esumazione, anche più di sei mesi fa, restano in attesa del trasferimento nei nuovi colombari e ossari».
E’ la denuncia di alcuni familiari che non riescono più a reggere lo stress di sapere che i propri cari, scomparsi una ventina d’anni fa, sostano, praticamente senza sepoltura, nella camera mortuaria che sorge a sinistra della monumentale entrata del cimitero belfortese e rimane rigorosamente chiusa al pubblico.
«In tutti questi mesi non c’è stata data alcuna indicazione dei tempi d’attesa, nonostante le nostre ripetute richieste agli uffici comunali di competenza - proseguono -. La situazione è davvero logorante». Altre esumazioni verranno effettuate a breve, essendo già stato esposto, sulla bacheca del cimitero, l’avviso che si sta per procedere in alcuni campi decennali di adulti deceduti perlopiù nel 1998. Ben dieci anni dopo la data di scadenza della concessione.
«Presumibilmente altre esumazioni sono state effettuate in questi mesi e si può pensare che le salme siano state depositate nella medesima camera mortuaria - questo il timore espresso -, seppure ci siano alcune famiglie che, nel frattempo, hanno trovato, per il proprio defunto, una sepoltura temporanea in altri cimiteri».
E tuona, collettiva e potente, la questione della dignità della persona, sebbene non più in vita: «Umanamente parlando, devono esistere delle priorità in un’smministrazione pubblica - è il coro unanime -, dando precedenza a quelle scelte che consentano di tutelare la dignità dei cittadini, anche al di sopra di qualsiasi lungaggine burocratica».
Venerdì mattina al cimitero di Belforte c’era un viavai di operai e addetti che sistemavano tombe vecchie e nuove in vista delle prossime ricorrenze annuali. Chiedendo loro informazioni a proposito del numero dei feretri collocati provvisoriamente, ma da mesi, in camera mortuaria, le risposte sono state evasive.
«Non sono molti, forse tre o qualcuno in più - hanno detto -. Poi ci sono quelle salme per le quali nessun parente si fa più avanti. Sono lì anche da uno, due, tre anni». Quindi, in camera mortuaria, ci sarebbero le salme «parcheggiate», secondo un’espressione coniata dagli stessi parenti accanto ai morti dimenticati, che restano lì per un tempo indeterminato prima di finire nel campo o nell’ossario comune.
Poi, nel cimitero, ci sono ancora altri morti dimenticati, quelli delle cellette cinerarie o degli ossari collocati sotto il livello del terreno, nelle cosiddette “catacombe”. Tante le minuscole lapidi su cui è appiccicato un avviso in cui si rende nota la scadenza della concessione e la possibilità di richiederne una nuova, per altri trent’anni, entro 60 giorni. Solo che ci sono concessioni scadute anche nel 2015.
Infine esistono le tombe dimenticate e un campo intero di bambini.
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