IL LUTTO
Ciao maestro Maniglio
Addio a Botti, per tanti anni cronista e caposervizio alla Prealpina. Aveva 70 anni

Se n’è andato all’improvviso, tradito da quel cuore “un po’ matto” (per citare una grande hit dei suoi amatissimi Anni Sessanta) che da qualche tempo gli aveva dato dei problemi.
Stava lavorando nella sua casa di Varese, al computer che qualche decennio or sono aveva sostituito la macchina da scrivere della sua gioventù.
Ci piace pensare che non abbia sofferto, Maniglio Botti, 70 anni di cui circa la metà vissuti in Prealpina, cronista storico e poi caposervizio, maestro di un’intera generazione di giornalisti.
Da quando, quasi 14 anni fa, si era ritirato raggiunta l’età della pensione, si era dedicato ancor più alla passione della scrittura, a sviluppare quella sua prosa brillante e colta ma sempre priva di ostentazione.
Un saggio del suo stile e della sua arguzia si può cogliere “zappando” tra gli aneddoti che pubblicava spesso sulla sua pagina Facebook, ora legati ai ricordi della sua vita professionale come anche all‘amata famiglia (lascia la moglie Laura, i figli Lucia e Carlo e due nipotini adorati), ai tanti mesi trascorsi a Rimini o all’analisi di questo o quell’autore nel panorama musicale di cui era grande conoscitore.
Ci mancherai Maniglio, ci mancheranno la tua gentilezza e la tua profonda conoscenza dell’animo umano e della vita.
Ai familiari le più sentite condoglianze della redazione di Prealpina.
La fotogallery degli amici Peppo e Florens
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