MERCATO
Mosley e Hunt i primi nomi al centro
Il dopo Cain tiene banco in casa OJM. Sul fronte play Varese attende la decisione di Josh Mayo. Rinuncia alla Champions: si allontana anche Vene
Varese apre la caccia al nuovo pivot titolare cercando un elemento dalle spiccate caratteristiche difensive come Tyler Cain.
Il giorno dopo l’addio del centrone statunitense la priorità tecnica dell’OJM si orienta verso un giocatore che possa garantire protezione dell’area, sostanza a rimbalzo e tanto lavoro sporco. L’idea Mockevicius, lungo con doti offensive più spiccate del neobresciano (11.4 punti rispetto ai 9,7 di Cain), è rapidamente tramontata di fronte alla proposta biennale recapitata dagli spagnoli di Fuenlabrada al pivot ex Pesaro. Ma il centro ottimale per il sistema Caja è un clone del suo predecessore; un attaccante interno con poca mobilità sui cambi difensivi e sugli aiuti come il lituano rischierebbe di essere poco funzionale alla causa a fronte di un investimento importante.
Dunque serve un rimbalzista, difensore, stoppatore che possa prima di tutto presidiare il pitturato con la stessa energia di Cain. E nel novero dei papabili è spuntato anche il nome di William Mosley: il 30enne centro della Louisiana che dal 2016 al 2018 ha più volte dato spettacolo con i suoi balzi al PalaBorsani in maglia Knights Legnano ha dimostrato qualità acrobatiche anche in serie A nella sua esperienza a Trieste.
Al debutto nella massima categoria il lungo statunitense ha totalizzato 7,6 punti più 5,7 rimbalzi e 1,4 stoppate in 22,5 minuti medi; le qualità difensive sono quelle giuste nonostante una taglia fisica non erculea (203 centimetri per 100 chili scarsi).
Ma l’atleta del 1989 ha ancora contratto a 130mila dollari a Trieste - pur con uscita a suo favore entro il 30 giugno - e le sirene sia dall’Italia che dall’estero spingono verso costi importanti per un giocatore bisognoso di una gestione accorta durante la settimana per evitare sovraccarichi delle ginocchia.
All’OJM servirebbe un titolare da 28-30 minuti e c’è il dubbio che Mosley - per falli e condizione - possa non garantire questa autonomia; se l’opzione Siim Sander Vene non dovesse risultare percorribile senza coppe, anziché un’ala forte frontale si potrebbe puntare su un numero 4 capace di dare minuti anche da centro, cercando una riserva italiana più perimetrale. In alternativa si valutano comunque giocatori con spiccate doti atletiche come l’ex bresciano Dario Hunt, che però non sembra aver fatto breccia (nel 2015/16 fu miglior rimbalzista della A a Caserta; quest’anno però in calo a Charleroi in Belgio) oppure anche lunghi visti nel passato più o meno recente in A2.
Di fatto l’area di ricerca nel reparto centri è ancora molto ampia, puntando comunque su un emergente affamato che possa dare certezze sul piano difensivo.
Al contrario invece l’operazione Josh Mayo potrebbe avere sviluppi importanti nei prossimi giorni: entro fine settimana l’OJM attende la decisione del 32enne playmaker al quale vorrebbe affidare la chiavi della squadra. Ma proprio per completare le spiccate doti offensive e balistiche del capitano di Bonn delle ultime stagioni servirà un buon apripista in attacco e un buon protettore dell’area in difesa, considerando che Mayo ha bisogno di blocchi solidi davanti e di copertura aerea dietro.
EUROPA PIÙ LONTANA
L’Openjobmetis intanto ribadisce il suo no alle coppe europee nonostante il rischio di dover rinunciare a Siim Sander Vene. Scelta puramente tecnica da parte di Attilio Caja, ribadita alla luce della perdita di Tyler Cain: troppo rischioso il doppio impegno per una squadra che nella prossima stagione dovrà metabolizzare il sistema corale del coach con molte meno certezze rispetto ai 5 confermati di 12 mesi fa. La Champions League col turno preliminare da superare a fine settembre e una regular season da 14 partite da ottobre a febbraio rappresenterebbe un possibile freno alla crescita del collettivo. Dunque se anche giovedì la FIBA dovesse comunicare all’OJM l’ammissione alla BCL con ingresso dai preliminari, il club farà il passo indietro definitivo.
Meglio dunque concentrarsi solo sul campionato per consentire ad un gruppo che dovrà giocoforza cambiare l’intero parco stranieri di prendere le misure al sistema durante la settimana senza le pause delle gare infrasettimanali.
D’altra parte Varese non si era qualificata sul campo e avrebbe avuto la chance di rientrare dalla porta di servizio – leggi turni preliminari – per defezioni di tre squadre piazzatesi meglio rispetto al nono posto del club di piazza Monte Grappa.
Però l’appeal che le coppe – anche quelle snobbate dai tifosi come le competizioni FIBA – riescono a suscitare nei confronti degli stranieri è innegabile: lo dimostra il freschissimo caso Cain che ha scelto Brescia per la (possibile) wild card di Eurocup messa sul piatto dalla Germani. E lo dimostra quanto Siim Sander Vene leghi il suo possibile ritorno a Varese alla possibilità di avere una vetrina internazionale: «Senza coppa sarà quasi impossibile che Siim possa accettare la proposta dell’OJM» - confermano i rappresentanti italiani dell’ala estone.
L’unica leva sulla quale il club biancorosso potrà usare sarà quella economica, ma il passo indietro dall’Eurolega (sia pur da cambio) a nessuna coppa non sarebbe al momento preso in considerazione dall’atleta del 1990.
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