LO SFREGIO
I murales del pianto
Sono centinaia le scritte che stanno comparendo sugli edifici della città. È caccia allo spray selvaggio

Quando è arte e quando vandalismo? La prima: quando il bello arricchisce un luogo plausibile, anche se spunta senza regole. Il secondo: quando si imbratta, invece di disegnare. Canoni che sono solo spunti di riflessioni per quello che sta accadendo in città. Al netto degli spray sui muri vecchi di anni, vi è una fioritura, tutt’altro che gradevolmente primaverile, di scritte ovunque. Nel centro città così come nei quartieri.
Esistono, è vero, disegni che potremmo definire apprezzabili, ma da qualche settimana vi sono innumerevoli ghirigori o anche solo punti colorati che sporcano i nomi delle vie piuttosto che i cartelli stradali. Non solo.
I muraglioni che costeggiano strade ad alto scorrimento, spesso recinzione in pietra di edifici comunali e storici, come quelli di villa Mirabello in via Sant’Antonio (nel ring compreso tra le vie Copelli, Solferino, Sant’Antonio), sono diventati il posto prediletto per lunghe strisce di vernice spray o poco più.
Quando va bene, vi sono firme o disegni veri e propri parecchio lontani da qualcosa di piacevole all’occhio di chi passa a piedi o in auto. Che dire, poi, dei cartelli scarabocchiati? Sia quelli che regolano la viabilità sia quelli della toponomastica. Non vengono risparmiati nemmeno i nomi delle vie su pietra, “incise” su quelle targhe in marmo che ormai non si usano più.
Spray nero, spray colorato - almeno una nota di colore - quando va bene. Sempre più spesso, scritte o firme o interi messaggi più o meno d’amore in stampatello. Roba da fare offendere i veri writer. Oltre che naturalmente i poeti.
A essere presi di mira, edifici e palazzi comunali così come privati. Basta guardarsi attorno mentre si attende il bus o si passa in auto. Facendoci caso, il tragitto che si copre quotidianamente per andare al lavoro o fare commissioni assume tutto un altro aspetto se lo si guarda da una prospettiva diversa. E cioè facendo il calcolo di quanti muri scarabocchiati si trovano.
Dai citofoni alle vetrine, dalle persiane alle pareti degli edifici, a tutte le altezze, che hanno subito un intervento non voluto, una spruzzata colorata.
Come arginare il fenomeno? Per prima cosa riconoscendo che «un conto sono i writer artisti, un conto sono i puri imbrattatori - dice l’assessore alla Tutela ambientale Dino De Simone -. Con i primi si può instaurare un dialogo, si può arrivare a decidere di fare qualcosa di bello, insieme per la città, sempre che ci sia il modo di identificare l’artista».
Con i secondi, invece, i vandali, «bisogna solo intervenire, si tratta di teppisti, in questo caso, che vanno presi e puniti», dice l’assessore.
Il Comune «dove può, continua a pulire». C’è una squadra antidegrado all’opera, ci sono anche possibilità di accordo con i privati che in teoria dovrebbero mantenere decorosi i propri immobili ma che devono affrontare parecchie spese per ripulire il tutto.
«Al momento fondi per il sostegno antiwriter non ne abbiamo a disposizione, ma dialogo e collaborazione sono aperte», sottolinea De Simone.
Intanto la Polizia locale è all’opera anche per individuare, dare nomi e volti e giungere a denunciare gli autori di tanti murales illegali.
«Stiamo indagando», dice il comandante Matteo Ferrario. A dimostrazione che la questione spray selvaggio è un tema -e un problema - più che mai attuale.
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