L’ALLARME
Paritarie, dimezzata la retta
«Ma chi può paghi il 100%»: scuole d’infanzia in crisi con lo stop alle lezioni

La sospensione delle lezioni - con la difficoltà di fare quadrare i conti senza poter contare sulle rette scolastiche - dà un ulteriore colpo alle scuole paritarie, già provate dal numero inferiore di iscritti e dai costi del personale e della pulizia aumentati a causa del Covid.
Per questo motivo alcune scuole d’infanzia paritarie varesine hanno spedito ai genitori una lettera, nella quale si indica a chi può di pagare per il mese di marzo il 50 per cento della retta, ma con la richiesta di corrisponderla intera, se possibile, «per consentire alla realtà educativa di continuare la sua opera anche in futuro».
Fism Varese, federazione a cui fanno capo le sedici paritarie cattoliche della città, per ora non ha espresso una posizione unitaria sul tema delle rette: ogni scuola deve decidere da sé, facendo i conti con le proprie spese. «Nessuno vuole pesare sulle famiglie in questo momento difficile - afferma Giovanni Bottinelli, vicepresidente di Fism Varese - Lo scorso anno quasi tutte le scuole avevano deciso di non far pagare le rette dei mesi in cui le lezioni sono state interrotte, chiedendo a chi poteva di supplire con donazioni».
La speranza è che il problema quest’anno si presenti solo per queste settimane di stop e che le lezioni tornino al più presto in presenza.
«Sono d’accordo con il comitato «Prima a scuola» che ha chiesto ad Ats i numeri dei contagi che hanno interessato le scuole d’infanzia, ambienti che hanno dimostrato di essere sicuri - continua Bottinelli - Io mi auguro davvero che dopo Pasqua si possa ritornare in aula».
Ma in prospettiva le difficoltà economiche non accennano a sparire. I dati delle iscrizioni alle scuole dell’infanzia paritarie, per il prossimo anno scolastico, evidenziano un ulteriore calo di bambini. Coloro che frequenteranno le materne nell’anno scolastico 2021/22 sono 1.050 contro i 1.124 dell’anno in corso, con un calo di 74 unità, pari al 6,58%. Nelle sezioni Primavera, invece, c’è un aumento di 20 bambini; si passa infatti da 132 a 152. Il calo complessivo è quindi del 4,30%.
È indiscusso che le paritarie svolgono un servizio che altrimenti sarebbe a carico del Comune. Per questo Palazzo Estense assegna a ogni paritaria un contributo di 1.800 euro a bimbo iscritto. Ma, calando gli iscritti, i soldi su cui le scuole paritarie possono contare sono sempre meno. Il gruppo Italia Viva - con la firma di Giuseppe Pullara - ripresenterà in consiglio comunale, attraverso una mozione che sarà messa nell’ordine del giorno della prossima seduta, la richiesta di mantenere anche per l’anno scolastico in corso, e per il prossimo, gli stessi contributi comunali erogati nella fase pre-Covid, indipendentemente dal numero dei bimbi iscritti. Simone Longhini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, con una mozione firmata anche da Pullara e Stefano Malerba ma ritirata perché stravolta nei contenuti, aveva chiesto di aumentare il contributo comunale annuo di 300mila euro per le scuole paritarie. Conclude Longhini: «Se le scuole paritarie dovessero chiudere, per la città sarebbe un grande danno, e per il Comune sarebbe impossibile assicurare lo stesso servizio ai cittadini».
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