LE DIMISSIONI
Il Pd perde il segretario
Bertocchi lascia l’incarico e bacchetta i vertici: «Bisogna cambiare passo»

Paolo Bertocchi si è dimesso dalla segreteria provinciale del Partito democratico. Le fibrillazioni continue nel Pd a livello nazionale nei passaggi del “post Renzi” hanno raggiunto anche il livello locale.
Bertocchi, infatti, rappresenta una figura in ascesa e di primissimo piano del centrosinistra locale. Il politico di Cunardo, cresciuto accanto al senatore Alessandro Aliferi, è capogruppo in Provincia di “Liberi e democratici”, la formazione più corposa a Villa Recalcati a sostegno del presidente Gunnar Vincenzi.
E, oltre a essere assessore a Cunardo, Bertocchi è stato il quarto più votato fra i candidati varesini alle ultime elezioni Regionali. Non è stato eletto, ma si tratta dell’ennesima conferma per un amministratore giovane (classe 1981) e capace di raccogliere molti consensi, in un periodo in cui, specialmente nel centrosinistra, è difficile sia conquistarne di nuovi che mantenere quelli vecchi.
A ogni modo, da ieri, lunedì 16 luglio, Bertocchi non fa più parte della segreteria provinciale guidata da Samuele Astuti e in cui si occupava del tema forse più importante per questo livello di governo interno al Pd, quello degli enti locali.
È vero che si è alla vigilia del congresso di rinnovo delle cariche, previsto probabilmente in autunno ma, chiaramente, il gesto fa rumore.
«Con l’apertura della fase congressuale nazionale – spiega Bertocchi – per quanto mi riguarda si è concluso anche il mandato di questa segreteria. Avendo esaurito il mio compito, mi sono dimesso, dando uno stimolo al suo rinnovo».
Bertocchi non nasconde che le dimissioni «sono un sasso gettato nello stagno in cui ci siamo posti quando si è rimandato il rinnovo degli organismi che, per me, doveva avvenire in primavera. Ciò ha appesantito il partito e, in tal senso, sono d’accordo con Carlo Calenda: bisogna cambiare passo e darsi una mossa il prima possibile».
Bertocchi annuncia altresì che non si candiderà come segretario provinciale e smentisce che le sue dimissioni siano frutto dell’esito delle elezioni Regionali, in cui, pur ottenendo un buon risultato personale, è rimasto fuori dal Consiglio regionale a favore di Samuele Astuti. Anche se è chiaro che, nei confronti di quest’ultimo, i rapporti non siano più idilliaci.
«Se la mia decisione di lasciare la segreteria – conclude Bertocchi – fosse stata legata alle Regionali, mi sarei dimesso il 5 marzo. Invece ho voluto dare un segnale, oggi, a testimoniare ciò che arriva anche dalla base: e cioè una richiesta di azione, di smuovere e le acque. Bisogna riorganizzarsi e piantarla con gli harakiri».
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