ASSOLTO
Lascia la escort, lei lo denuncia
Uomo a processo per favoreggiamento della prostituzione. Ma era una “vendetta”

Ai carabinieri che raccolsero la sua denuncia sembrò lo sfogo di una donna che finalmente riusciva a liberarsi da un incubo. E l’uomo, un 44enne residente nell’Alto Varesotto, al termine delle indagini fu denunciato per favoreggiamento della prostituzione.
Ma la ricostruzione emersa ieri mattina, martedì 16 aprile, in Tribunale, dinanzi al collegio presieduto da Orazio Muscato, ha portato a tutt’altra verità.
I fatti risalgono a un paio d’anni fa quando tra l’uomo, poi finito imputato nel processo, e la donna cinquantenne, prostituta attiva in Lombardia e nel vicino Canton Ticino, ci fu una serie di incontri sessuali. Ma i rapporti tra i due cambiarono nel giro di poco tempo, tanto che nacque una vera e propria relazione sentimentale: lui le chiedeva di cambiare mestiere, lei rifiutava pur volendo portare avanti la loro storia d’amore. Le posizioni opposte portarono al logorio delle relazioni e lui decise quindi di troncare, non vedendo alternative.
Lei, in base a quanto emerso in aula, anche grazie alla testimonianza della donna stessa, si recò dai carabinieri a cui riferì di essere stata minacciata dall’uomo e che, di fatto, lui la aiutava a portare avanti la sua attività. Da qui fu ricostruito un giro di soldi passati dalla donna all’uomo, inizialmente interpretato come l’incasso dell’attività di prostituzione “girato” all’uomo che la aiutava.
Ieri in aula l’avvocato Furio Artoni, difensore dell’imputato, ha prodotto decine di scontrini e ricevute che testimoniavano come l’uomo si limitasse a pagare bollette e fatture per conto della donna, dandole quindi una mano sotto il profilo umano e non certo sotto quello “professionale”.
Insomma, un giro di diverse migliaia di euro mensili, che sono state poi interamente documentate con tanto di ricevute, ma nessun favoreggiamento della prostituzione. Dietro precise domande rivolte dal difensore del 44enne, la donna ha infatti smentito di essere stata agevolata nell’attività di prostituta dall’imputato e, anzi, di essersi opposta alle richieste di lui affinché smettesse con quell’attività che lei svolgeva da prima di conoscerlo. La pubblica accusa ha dovuto concludere chiedendo l’assoluzione dell’imputato e la difesa a sua volta ha invocato l’assoluzione con formula piena.
Il Collegio del Tribunale, al termine della camera di consiglio, ha accolto la richiesta del difensore, disponendo l’assoluzione con formula piena a fronte della documentata prova dei versamenti effettuati. Codice penale alla mano, l’uomo rischiava una condanna fino a sei anni di reclusione, ma tutto è finito con la piena assoluzione.
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