LA SENTENZA
Varese, rubò tre magliette ma era «fatto». Assolto in appello
In primo grado era stato condannato a due anni e 6 mesi. Condizionato dalla patologia cronica da stupefacenti

La patologia cronica da intossicazione da stupefacenti e da abuso di alcol ha inciso sulla sua capacità di determinarsi quando rapinò lo store Cisalfa di Varese il 6 maggio del 2023. Traducendo: un giovane di 27 anni di Varese, non era capace di intendere e volere quando reagì in malo modo dopo essere stato fermato da un vigilante con addosso, una sopra l’altra, tre magliette sportive a cui aveva tolto le placchette antitaccheggio. In altre parole, era così “fatto” quando stava cercando di portarsi via 95 euro di merce che era del tutto inconsapevole della sua condotta criminale.
Risultato: la Terza sezione penale della Corte d’Appello di Milano, facendo proprie le conclusioni del consulente tecnico incaricato dai giudici, lo psichiatra Antranik Balian, e le richieste difensive dell’avvocata dell’imputato, Chiara Di Giovanni, ha optato per una sentenza di assoluzione.
Assoluzione che, nonostante la ferma opposizione del sostituto procuratore generale Giulio Benedetti, spazza via in un sol colpo la sentenza di condanna a due anni e sei mesi di reclusione del Tribunale di Varese emessa a carico del giovane, sotto processo, oltre che per la rapina, anche per detenzione di 25 grammi di marijuana.
«Una sentenza indubbiamente coraggiosa ma che fa giustizia», ha commentato a margine dell’udienza l’avvocata Di Giovanni. «Come ha per altro ben spiegato il consulente tecnico della Corte d’Appello, l’utilizzo massiccio di sostanze stupefacenti, sin dall’età di 14 anni, con assunzione continua e pressoché quotidiana di eroina, cocaina, hashish, crac e marijuana, ha provocato disfunzioni permanenti di carattere psicologico e psichiatrico tali da annullarne la capacità di intendere e volere. Nello specifico, il consulente è addivenuto a una diagnosi di disturbo da uso di stimolanti».
Una volta pronunciata la formula assolutoria, ai giudici di appello non è rimasto altro che disporne l’immediata scarcerazione. In effetti, il varesino risultava sottoposto a carcerazione preventiva sin dal giorno dell’arresto per rapina. Tuttavia, la Corte ha ordinato un periodo di due anni di libertà vigilata, prescrivendo che il giovane continui il programma di disintossicazione predisposto dal Sert durante la detenzione a Como e raccomandando la sua permanenza per almeno un paio di anni in una comunità terapeutica. Una prescrizione, quest’ultima, finalizzata a scongiurare una ricaduta nella sua vita precedente. Quando, come è successo allo store Cisalfa, ha rubato magliette per poi rivenderle e procurarsi il denaro per la droga.
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