IL PROGETTO
Varese, Sala criobiologica all’ospedale di Circolo
Aggiudicati i lavori per la realizzazione all’interno del reparto di ematologia. Pronta per il prossimo autunno

Sono stati aggiudicati i lavori per la realizzazione di una sala criobiologica all’interno degli spazi del day hospital di ematologia, al piano terra del padiglione centrale dell’ospedale di Circolo.
LA SALA CRIOBIOLOGICA
Nel dettaglio, la sala criobiologica consiste in tre ambienti sterili, uno dedicato alla lavorazione delle staminali, uno alla loro crioconservazione e uno per stipare le sostanze necessarie ai trattamenti. Inoltre, prevede un'importante componente tecnologica, in particolare a livello delle Unità per il trattamento dell’aria e di un sistema di apposite cappe, che, integrate tra loro, garantiscono la protezione alle cellule conservate e la sterilità dell’ambiente. In questi ambienti opereranno gli specialisti dell’immunoematologia e medicina trasfusionale aziendale, guidata dalla dottoressa Rosa Chianese. Grazie alla loro opera, l’ematologia, diretta dal professore Francesco Passamonti, docente dell’università dell’Insubria, potrà mantenere l'attività del programma trapianti ad altissimo livello, aprendo inoltre importanti opportunità per la ricerca sulle cellule staminali crioconservate.
I LAVORI
I lavori sono stati aggiudicati e la fine dell’opera è prevista nel prossimo autunno. L’investimento è di oltre 533mila euro, sostenuti da ASST Sette Laghi e a cui AIL Varese ha dichiarato di voler partecipare con una donazione di 50mila euro. «È un importante traguardo per lo sviluppo aziendale in ambito ematologico, - spiega Rosa Chianese, direttore della immunoematologie e medicina trasfusionale - che consentirà nel tempo di ampliare i profili trapiantologici e potenziare la capacità di conservazione delle cellule staminali emopoietiche. Testimonia inoltre il riconoscimento dell’Azienda per il Programma trapianti, diretto dal professor Passamonti, con cui da anni collaboriamo con la raccolta dal sangue periferico delle CSE mediante staminoaferesi, il loro conteggio mediante citofluorimetria per stabilire il momento ottimale della raccolta e la sua resa, la lavorazione delle unità raccolte e la crioconservazione in azoto liquido con congelamento a gradiente di temperatura controllato, per mantenere la migliore vitalità delle CSE, in vista del successivo trapianto, il tutto in condizioni controllate e tracciate».
«UN SUPPORTO AI PAZIENTI ONCOEMATOLOGICI»
«Per gli specialisti, per gli infermieri, per i tecnici sanitari di laboratorio biomedico dell’immunoematologia e medicina trasfusionale, che collaborano alla realizzazione delle attività con le proprie competenze, - aggiunge la dottoressa Chianese - l’alta tecnologia che verrà messa a disposizione rappresenta un riconoscimento della importante professionalità specialistica maturata e del lavoro svolto in tanti anni nell’ottica del supporto alla terapia trapiantologica dei pazienti oncoematologici, che si aggiunge alle altre attività di supporto trasfusionale e di diagnostica di laboratorio svolte per le necessità di tali pazienti».
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